Caso Orlandi, all’ira di Pietro e Natalina sulla pista familiare, il Vaticano replica: esplorare tutte le ipotesi
Caso Orlandi, dopo la bufera di ieri, oggi il Vaticano risponde alle recriminazioni sollevate da Pietro e Natalina. Polemiche nate a seguito delle notizie divulgate dal TgLa7 su un presunto coinvolgimento dello zio di Emanuela Orlandi nella scomparsa dell’allora 15enne cittadina vaticana. Uno scoop che i due fratelli hanno sconfessato categoricamente. Screditando e rinnegando l’ipotetica pista familiare e il presunto ruolo del parente “molestatore”. Uno zio indicato come responsabile di avances nei confronti della sorella maggiore di Emanuela, Natalina, la quale però ha smentito molestie più pesanti. E, soprattutto, ha rigettato con il fratello il coinvolgimento dell’uomo nel mistero del sequestro della giovane. Un mistero lungo quarant’anni su cui, nelle more di una replica infuocata, Pietro Orlandi in una conferenza stampa tempestivamente organizzata, ha tuonato in merito all’inchiesta vaticana. Sostenendo: «Diddi sta lavorando per arrivare a una verità di comodo. Non alla verità». E aggiungendo in calce: «Hanno deciso di scaricare tutto sulla famiglia, senza vergogna».
Caso Orlandi, dopo la bufera di ieri, arriva la replica del Vaticano
Oggi, a 24 ore da uno scontro di fuoco che ha sollevato ulteriori dubbi sulle indagini. E che ha alzato la temperatura delle polemiche, già incandescenti, è arrivata la replica del Vaticano. Sul caso Orlandi, fa sapere il portavoce del Vaticano Matteo Bruni rispondendo nel merito, «l’Ufficio del Promotore di Giustizia sta cooperando attivamente con le Autorità competenti Italiane. Proprio in questo spirito – prosegue il direttore della Sala stampa della Santa Sede – il 19 aprile scorso, i magistrati vaticani hanno consegnato riservatamente all’Italia, coperta dal segreto istruttorio, la documentazione disponibile relativa al caso. Inclusa quella raccolta nei mesi precedenti nel corso dell’attività istruttoria. La Santa Sede condivide il desiderio della famiglia di arrivare alla verità sui fatti. E, a tale fine, auspica che tutte le ipotesi di indagine siano esplorate», conclude Bruni.
La Santa Sede: «Esplorare tutte le ipotesi di indagine»
Ma non senza aver prima aggiunto una postilla, con cui il portavoce del Vaticano precisa: «In merito alle notizie che coinvolgono un parente di Emanuela, si rileva che la corrispondenza in questione indica espressamente che non vi è stata alcuna violazione del sigillo sacramentale della Confessione». Una risposta, con tanto di precisazioni puntuali, con cui il Vaticano si smarca da polemiche e accuse. E che, se da un lato dà soddisfazione alla richiesta che proprio 24 ore fa Pietro Orlandi ha indirizzato agli inquirenti oltre Tevere, augurandosi «una dichiarazione del procuratore Lo Voi e del promotore Diddi», perché «non si può rimanere in silenzio». Dall’altro, di sicuro non potrà rassicurare e placare gli animi dei fratelli Orlandi. Indignati e sconvolti per quanto sta accadendo nel corso dell’inchiesta vaticana in corso: la prima in 40 anni di mistero e dubbi.