Accordo Libia e Tunisia per frenare l’immigrazione illegale. Previste nuove torri di controllo al confine

5 Lug 2023 10:56 - di Giulio Fioretti

Entro due mesi verranno realizzate delle nuove torri di controllo lungo il confine tra Tunisia e Libia. Lo ha detto il ministro dell’Interno del Governo di unità nazionale (Gun), Imed Trabelsi, in una conferenza stampa. Le torri saranno installate dal valico di Ras Jedir, che si trova sulla costa, fino al valico desertico di Uazzen, 1.500 chilometri più a sud. Trabelsi ha parlato anche di una “campagna di sicurezza” contro i migranti illegali e che è in corso “un coordinamento con il ministero del Lavoro per organizzare i lavoratori espatriati in Libia”.  Il ministro ha inoltre spiegato che è in corso una “cooperazione con i Paesi vicini e dell’Unione Europea per servire gli interessi della Libia nella lotta al contrabbando e ai flussi migratori clandestini”.

Azione congiunta e cooperazione con l’Europa

Intanto, Il presidente della Tunisia, Kais Saied, ha avuto un colloquio telefonico con il capo del Governo dell’unità nazionale libico, Abdulhamid Dabaiba. Lo ha riferito la presidenza tunisina, specificando che durante la telefonata le parti hanno discusso di una serie di domande, in particolare del fenomeno dell’immigrazione irregolare e della necessità di sforzi concertati per trovare soluzioni rapide al problema. Saied ha ricordato che “la soluzione non può che essere collettiva tra tutti i Paesi interessati, siano essi della sponda meridionale o settentrionale del Mediterraneo, Libia e in altri Paesi della regione”. I due Paesi, strategici nell’area del Mediterraneo ed essenziali per il controllo del flusso dei migranti, avvertono la consapevolezza di un confronto e di una cooperazione con l’Europa, come auspicato e proposto sin dal suo insediamento dal presidente Meloni.

Ripresi gli scontri  a Sfax

Nel frattempo, sono ripresi nella notte gli scontri tra residenti tunisini e migranti provenienti dai Paesi subsahariani in alcuni quartieri della città di Sfax, in seguito alla sepoltura del cittadino tunisino, identificato come Nizar Amri, accoltellato lunedì, 3 luglio. L’episodio, dai contorni ancora nebulosi, rischia di innescare una nuova spirale di violenza nel Paese nordafricano più vicino alle coste dell’Italia.

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