A Salvatore Parolisi azzerati tutti i “premi” dopo le interviste “scandalo” sull’assassinio di Melania Rea
14 Lug 2023 9:50 - di Leo Malaspina
Quella intervista a “Chi l’ha visto?“, nella quale Salvatore Parolisi si dichiarava innocente e ironizzava sulla sua detenzione, “ho fatto solo 12 anni”, tornando a parlare della moglie uccisa come se fosse lui la vittima, non era piaciuta ai parenti di Melania Rea. Ma non è piaciuta neanche ai giudici di sorveglianza, che gli hanno bloccato i permessi premio.
Come racconta oggi “Repubblica“, la decisione del magistrato di sorveglianza di Milano Rosanna Calzolari arriva dopo che “Chi l’ha visto?” ha tramesso un colloquio, registrato il 2 luglio scorso, in cui all’uscita da Bollate l’ex militare affermava di essere stato condannato a 20 anni e non all’ergastolo perché non c’erano prove: «Da uomo, da militare, da padre soprattutto, tu mi devi dare l’ergastolo, mi butti la chiave e non mi fai uscire più, se dici che io ho fatto una cosa del genere, e me lo provi, però. Perché a me non me lo hanno mai provato».
Poi quei commenti sulla moglie uccisa, che avevano indignato i familiari di Melania Rea, hanno fatto il resto.
Il detenuto Salvatore Parolisi non ha diritto ai premi: deve riflettere ancora…
Il Tribunale di sorveglianza presieduto da Giovanna Di Rosa ha ricevuto una relazione della direzione del carcere sul comportamento di Parolisi, secondo cui l’ex militare non ha fatto quel «lavoro introspettivo» che dovrebbe portarlo a comprendere ed accettare la pena per arrivare al reinserimento nella società e dimostra che non ha «compreso il significato e la valenza» dei permessi premio che, con la «loro funzione pedagogico-propulsiva», hanno l’obiettivo di accompagnare il condannato «in un percorso di reinserimento e riabilitazione sociale graduale e concreto». «La gravità delle esternazioni e l’assenza di consapevolezza – è scritto – da parte di Parolisi, costringono il giudice a fare marcia indietro sui permessi che gli aveva concesso il 12 aprile per stimolare una approfondita riflessione e consentire una sua ulteriore osservazione».