Sommergibile Titan disperso, alle 11 termina l’ossigeno: ogni mezz’ora si sentono colpi
Ancora poche ore di ossigeno disponibili per i 5 a bordo del sommergibile Titan scomparso nell’Oceano Atlantico mentre scendeva verso la profondità di 3.800 metri per avvicinare il relitto del Titanic. Una vera e propria corsa contro il tempo per le forze impegnate nella ricerca, che nella giornata di ieri hanno “rilevato rumori sottomarini nell’area” dove si ritiene possa essere scomparso. “Risultati negativi”, invece, per le successive ricerche. Già in precedenza, un rapporto interno del governo degli Stati Uniti ha affermato che i team che cercano il sommergibile hanno sentito colpi a intervalli di 30 minuti e anche che un aereo P-3 canadese ha individuato un oggetto rettangolare bianco nell’acqua. L’esaurimento dell’ossigeno nel sommergibile Titan è stimata per le 11 di questa mattina, ora italiana.
Rumori misteriosi dagli abissi nella zona dove è scomparso il sommergibile Titan
“Non conosciamo la fonte dl quel rumore”, ha detto in un’intervista a Cbs News il contrammiraglio della Guardia costiera degli Stati Uniti, Jphn Mauger, parlando dei rumori sottomarini rilevati nell’area di ricerca del sommergibile disperso da domenica da un aereo P-3 canadese. Le ricerche, ha poi assicurato, continueranno con ogni mezzo “finché c’è un’opportunità di sopravvivenza” delle cinque persone a bordo del Titan. “La superficie dell’area di ricerca è stata estesa, adesso è due volte più grande del Connecticut”, ha aggiunto il Capitano Jamie Frederick della Guardia Costiera degli Stati Uniti, nel corso di una conferenza stampa con gli aggiornamenti riguardo alle ricerche del sommergibile Titan disperso da domenica. E’ un momento “estremamente difficile” per gli amici e le famiglie di coloro che sono intrappolati nel sommergibile, con le quali siamo in “stretto contatto”, ha dichiarato Frederick, aggiungendo che i soccorritori devono tenere conto delle correnti del mare, a causa delle quali le ricerche sono “complesse”.
“Hanno razioni limitate a bordo ma non posso dire esattamente quante”, ha detto ancora Frederick. “Dobbiamo rimanere ottimisti e fiduciosi quando ci troviamo in un caso di ricerca e salvataggio. Ci sono molti fattori che si devono prendere in considerazione. A volte ci si trova in una posizione in cui si deve prendere una decisione difficile. Non ci siamo ancora arrivati. Continuiamo a cercare”.
Dieci le navi impegnate nelle ricerche
A bordo della OceanGate Expeditions il britannico Hamish Harding, Shahzada Dawood ed il figlio Suleman Dawood, pakistani, l’amministratore delegato e fondatore di OceanGate, Stockton Rush, il francese Paul-Henri Nargeolet. La guardia costiera americana ha potuto contare fino a ieri sull’aiuto di cinque navi di superficie che hanno partecipato alle ricerche e oggi il numero dovrebbe passare a dieci, come annunciato ieri dal capitano Jamie Frederick.
“Quello che posso dirvi – ha spiegato – è che stiamo cercando nell’area in cui sono stati rilevati i rumori e continueremo a farlo e quando saremo in grado di ottenere altri veicoli telecomandati, in mattinata, l’intento sarà quello di continuare a cercare nella zona in cui sono stati rilevati i rumori, e verificare se continuano a essere rilevati”.