Omicidio Carol Maltesi: l’assassino condannato a 30 anni. FdI: inconcepibile negare premeditazione e crudeltà

12 Giu 2023 21:22 - di Greta Paolucci
Omicidio Carol Maltesi

Il processo sul brutale omicidio di Carol Maltesi, uccisa nella sua casa di Rescaldina (Milano) e fatta a pezzi. E i cui resti sono stati rinvenuti in alcuni sacchi neri ai piedi di una scarpata a Borno (Brescia), il 21 marzo del 2022, si è concluso con una sentenza che ha lasciato senza parole i familiari della vittima. L’assassino, il 44enne Davide Fontana, è stato condannato a 30 anni di carcere. Così ha deciso il Tribunale di Busto Arsizio (Varese), escludendo l’aggravante della premeditazione, dei motivi abbietti e le sevizie. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo, ma alla fine il verdetto – arrivato dopo sette ore di camera di consiglio – e dopo che in aula la difesa dell’imputato aveva chiesto l’annullamento delle aggravanti e il riconoscimento delle attenuanti generiche, con il minimo della pena della reclusione per i reati contestati, alla fine non ha previsto l’ergastolo.

Omicidio Carol Maltesi: l’assassino condannato a 30 anni

«È una vergogna – ha commentato a caldo la zia della vittima –. Mia nipote l’ergastolo lo ha avuto a vita. Così come sua madre e il mio nipotino». Parole che denunciano indignazione e amarezza. Sentimenti che la donna ha rilanciato concludendo: «Lascio tutto nelle mani di Dio, è una vergogna – ha ribadito tra le lacrime al termine del processo –. Ci aspettavamo l’ergastolo, anche se a mia sorella non interessava, perché tanto niente le riporterà Carol… Con tutto quello che succede – ha anche aggiunto – tra dieci anni sarà fuori. E potrà rifarsi una vita. Mia nipote ne aveva 26 anni, e non tornerà più»…

La zia della vittima: «Non abbiamo avuto giustizia»

Una sentenza che i familiari di Carol, e non solo, sembra rinnegare l’orrore di un delitto feroce. Come lo scempio sul corpo della vittima, perpetrato nell’azione omicidiario e proseguito anche subito dopo. Il 44 enne – che era un suo ex oltre che vicino di casa – l’ha colpita a martellate in testa e poi sgozzata. Ha sezionato il cadavere in 18 parti. Poi ha riposto i resti in un congelatore acquistato su Amazon fino a fine marzo, quando ha tentato prima di bruciarli con un barbecue. E poi ha deciso di abbandonarli nel Bresciano. Uno sfregio alla vita e al corpo della povera Carol, a cui si è aggiunta anche la beffa dei tentativi di depistaggio quando, per settimane, l’assassino ha usato il cellulare della giovane, rispondendo ai messaggi di parenti e amici, fingendosi lei.

Omicidio Carol Maltesi, Pellegrino (Fdi): «Una sentenza che lascia senza parole»

Un orrore su cui il verdetto di oggi, contestato dai familiari della vittima, torna a sollevare il velo suscitando indignazione e rabbia. «Lascia senza parole la sentenza emessa oggi dai giudici di Brescia sul caso di Carol Maltesi», ha commentato in una nota la senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino. Che poi, entrando nel dettaglio del provvedimento giuridico, in merito alla decisione di escludere l’aggravante della premeditazione, dei motivi abbietti e le sevizie, ha anche aggiunto: «È inconcepibile pensare che non vi siano state premeditazione e crudeltà quando l’assassino ha ucciso Carol con martellate sul cranio. L’ha accoltellata alla gola. Ne ha fatto a pezzi il corpo, l’ha congelato in un freezer acquistato in precedenza su Amazon, ha tentato di dargli fuoco con un barbecue di un b&b del Varesotto».

«Inconcepibile negare premeditazione e crudeltà»

E infine, nella nota la senatrice conclude: «Per poi alla fine gettarlo nel Bresciano, nella zona dove è poi stato ritrovato»… «Nel frattempo, Fontana mandava messaggi agli amici e auguri di compleanno ai familiari della vittima, usando il cellulare di lei. Se non sono premeditazione e sevizie queste!»…

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