Lutto universale, la sinistra fa la lotta di classe con i morti in mare sempre pensando a Berlusconi
Lutto universale contro lutto nazionale. I morti in mare contro il morto illustre cui il governo e l’Italia si sono inchinati. Anche questa è lotta di classe per la sinistra, per certa sinistra. E così non esitano a strumentalizzare l’ennesimo naufragio finito in tragedia – i morti di Pylos sono centinaia – come hanno fatto con i morti di Cutro.
Ecco che dopo avere riempito le loro bacheche dello slogan “Io non sono in lutto” si mettono la fascetta nera al braccio per questi migranti annegati nel Mediterraneo. Tutto frutto di sincera compassione? C’è davvero da dubitarne. Ancora una volta usano le vittime dei trafficanti di uomini per la loro ideologica lotta di classe e si mettono col solito ditino puntato: ehi voi, vili e cattivi, stavate a piangere per Berlusconi, il Caimano, mentre i derelitti morivano in mare. Ehi, voi, Italia “peggiore”, guardate chi sono i veri buoni, i veri umani, i migliori… Siamo noi che sappiamo dosare il lutto in base alle circostanze. E che siamo maestri nelle lacrime a gettone.
E così parte la catena del lutto universale, proposta dalle Ong, da Emergency, da Medici senza frontiere, da Cecilia Strada. Il Manifesto ci imbastisce la prima pagina. Lutto nazionale contro L’Unto nazionale, che era appunto Silvio Berlusconi. E si accoda il carrozzone di Propagandalive con i disegni di Makkox. E per i bimbi morti in mare quanti giorni di lutto? Quasi fosse colpa di Berlusconi, o del governo italiano. Ma che fa? Zoro non esibiva forse la t shirt col volto di Francesco Nuti a sottolineare che per lui importava quella morte, non quella dell’altro, il Caimano? Il Nemico? E anche questa danza macabra è lotta di classe. Morti contro morti. Ci vuole poco a intonare la cantilena social.
Se ne incarica Paolo Berizzi che twitta: “600 morti in mare che ricordo valgono nel borsino dei cerimoniali di Stato? A una strage di bambini quale solennità viene dedicata?”. Non è da meno Gad Lerner. E così Paola Turci, Anna Foglietta, Carlo Verdelli, Nicola Fratoianni, Matteo Orfini, Sandro Ruotolo. Tutti in lutto universale. Tutti in fondo teleguidati da un antiberlusconismo che ancora li possiede.