L’ultima follia della Ue: una multa di 22mila euro per ogni migrante non accolto
Il mercato delle vacche, anzi, dei migranti. Chi non li vuole potrà offrire una cifra congrua al Paese in cui sono sbarcati o arrivati: una cifra che in realtà corrisponde a una multa inflitta per non aver accettato di accoglierli. Come l’Italia, tanto per fare un esempio. La nuova ipotesi di accordo europeo sull’emergenza migranti tende pericolosamente verso il “prezzario” per chi accetta di tenere i nuovi arrivi a non cedere le quote ad altri. La proposta messa sul tavolo dalla presidenza svedese prevede proprio delle quote obbligatorie per i ricollocamenti, pena il pagamento di una multa salata. Pari a 22mila euro, una somma per ogni migrante al quale non viene permesso di entrare. La bozza di accordo, dunque, lascerebbe ai Paesi la scelta tra il ricevere chi va ricollocato o pagare.
Migranti, una multa (o una elargizione volontaria) da chi non accoglie
Il paradosso è che, secondo il premier polacco, come scrive oggi Repubblica, a Varsavia sarebbero stati dati 200 euro per ciascun rifugiato ucraino accolto e vorrebbe ora riconoscere 22 mila euro per migrante a quanti non aderiranno al meccanismo sui ricollocamenti. La “solidarietà obbligatoria” allo studio nell’Ue per sbloccare lo stallo sulla riforma delle regole sulla migrazione e l’asilo funzionerebbe con il ricorso alla redistribuzione che rimane volontario in capo ai governi degli Stati membri e può, in alternativa, essere rimpiazzato da un sostegno finanziario o logistico-operativo a chi è in prima linea. L’obiettivo dichiarato è avvicinare ulteriormente le posizioni tra lunedì e mercoledì della prossima settimana, quando torneranno a riunirsi nel Coreper II gli ambasciatori dei Ventisette di stanza a Bruxelles per discutere una nuova bozza di compromesso predisposta dalla Svezia, che fino a fine mese ha la presidenza di turno del Consiglio Ue, l’organo rappresentativo degli Stati membri.
No dell’Italia a una contropartita economica
L’idea dei 22mila euro sarebbe stata respinta dal governo Meloni, che parla di strada “positiva” solo in chiave di attenzione al tema. L’accordo sembra lontano ma l’Italia e gli altri Paesi Med5 (Cipro, Grecia, Malta e Spagna) nella riunione degli ambasciatori dei 27 sul Patto per la Migrazione hanno espresso ieri, «apprezzamento per gli sforzi della presidenza Ue per alcune proposte che vanno nella giusta direzione ma che richiedono ancora ulteriore lavoro per raggiungere soluzioni che siano effettive e sostenibili ». I rappresentanti permanenti ne discuteranno lunedì. Poi toccherà al Consiglio Affari interni dell’8 giugno.