Esselunga, indagato il capo della finanza. I pm: frode sulla manodopera. L’azienda: sempre nella legalità

22 Giu 2023 16:31 - di Roberto Frulli

Ipotizzano una presunta frode sulla manodopera attraverso l’utilizzo di società filtro e cooperative i pubblici ministeri di Milano che hanno indagato l’attuale chief financial officer di Esselunga, Albino Rocca e il suo predecessore Stefano Ciolli sequestrando alla Gdo 47,7 milioni di euro.

Ma la Esselunga ribatte: abbiamo operato sempre nel rispetto della legalità. E sottolinea di collaborare con le autorità.

L’inchiesta della Procura di Milano, coordinata dal pm Paolo Storari, contesta a Esselunga rapporti di lavoro ‘schermati’ da società ‘filtro’, che, a loro volta, si sarebbero avvalse di cooperative ‘serbatoio’, le quali avrebbero “sistematicamente omesso il versamento Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”.

Sono in corso – fa sapere la Procura di Milano in una nota – anche diverse perquisizioni nei confronti di persone fisiche e giuridiche coinvolte nell’indagine tra le province di Milano, Novara e Bergamo, a cui i finanziari stanno notificando informazioni di garanzia “oltre che per le responsabilità personali in ordine ai reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società”.

La vicenda riguarda gli anni fiscali 2016, 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021 e i due Cfo di Esselunga, Albino Rocca, tuttora in servizio, e il suo predecessore Stefano Ciolli, sono chiamati in causa in quanto firmatari delle dichiarazioni Iva dell’azienda, il primo fino al 2021 e il secondo dal 2022 poiché, “in tempi diversi e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso” si sono avvalsi di fatture per operazioni inesistenti, simulando contratti di appalto invece che di somministrazione di manodopera. Esselunga avrebbe così ottenuto un vantaggio patrimoniale di quasi 41,5 milioni di euro.

Respinge, come detto, il castello accusatorio la Esselunga:,“l’azienda si è immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività. Attendiamo con fiducia le verifiche e gli approfondimenti, nella consapevolezza – scrive la Gdo in una nota – di aver operato sempre nel rispetto della legalità”.

“La condotta posta in essere da Esselunga, di carattere fraudolento, dura da numerosi anni e ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario”, sostengono i pm milanesi sottolineando che “il meccanismo fraudolento è tutt’ora in atto, con rilevantissime perdite per l’Erario e situazioni di sfruttamento lavorativo che perdurano, a tutto vantaggio di Esselunga”.

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