Delitto di Senago, l’ultima prova della banalità del male. Ma contro la violenza non basta la morale

1 Giu 2023 12:08 - di Mario Campanella
Delitto di Senago

Sul delitto di Senago, adesso ci saranno criminologi che tenteranno di spiegare in ogni modo ciò che è successo a Giulia Tramontano e al figlio che aveva in grembo. E si, perché le vite interrotte sono due, e quelle distrutte sono tre, compresa quella dell’assassino destinato certamente a un ergastolo. Perché si uccide la propria compagna incinta al settimo mese tentando anche di bruciarne il corpo? Basta davvero l’esistenza di una vita parallela (con altra gravidanza) per perdere in questo modo la testa?

Delitto di Senago, la prova dell’ennesima supremazia narcisistica, onnivora

Probabilmente non lo sapremo mai. Certo è che l’unica cosa che potremmo fare è rivolgerci a una platea di giovani e dire loro che anche questa triste storia, con relazioni concomitanti, sarebbe stata tutta un’altra cosa senza il drammatico epilogo. Certo, diventa difficile capire come si possa aspettare un bambino dalla propria compagna e mettere incinta un’altra donna, ma saremmo sempre nel campo dell’etica e della morale, molto prima dell’irreparabile che Impagnatiello ha realizzato uccidendo e poi tentando di bruciare il corpo, quasi a volerne cancellare traccia perpetuamente.

Delitto di Senago, la valenza del giudizio etico su un delitto brutale

Senza l’omicidio, oggi Giulia sarebbe prossima al parto. Forse avrebbe lasciato il suo compagno, ma avrebbe potuto anche perdonarlo. È l’omicidio che segna nettamente la differenza. Seppellisce due vite e consegna quella dell’assassino al carcere. Che attraverserà tutta la sua giovinezza. Dimostra la banalità del male e la sua debolezza. Forse rappresenta, come direbbe Antonio Semerari, l’ennesima supremazia narcisistica, onnivora e onnipotente, rispetto alla quale il giudizio etico ha un suo evidente limite.

Senago, un duplice omicidio premeditato, aggravato dalla futilità e dalla violenza

È impensabile annullare la violenza. L’obiettivo razionale è limitarla progressivamente, farla diminuire. Per fare questo forse è più utile far capire le conseguenze di un gesto, più che il rispetto della morale. La morale non è una cosa da sottovalutare, ma non è importante quanto il rispetto del codice penale. Oggi questo ragazzo sarà impallinato dagli haters, poi probabilmente tra qualche mese i suoi legali chiederanno l’ennesima, inutile, ingiustificata perizia psichiatrica. Del resto, che dovrebbero fare dinanzi all’evidenza? È un duplice omicidio premeditato, aggravato dalla futilità e dalla violenza.

L’inutilità della violenza e il suo immane costo

La storia è piena di duplici relazioni. Essenzialmente appartenenti al genere maschile ma non solo. L’obiettivo di una comunità non deve e non può essere quello di combattere l’infedeltà coniugale. Questa è roba da teocrazia. La democrazia deve invece distillare ripetutamente l’inutilità della violenza, il suo costo, la possibilità sempre di trovare soluzioni a ogni conflitto interpersonale.

La crudeltà dell’assassino è anche il sintomo della sua stupidità

Impagnatiello è l’ultimo narciso che pensa di risolvere un problema distruggendo almeno tre vite, compresa la sua. Avrebbe potuto lasciare liberamente Giulia. Lasciarla vivere, partorire, rinascere. Il tempo avrebbe consentito di rispondere dinanzi a ogni dovere, ma nella civiltà. La sua crudeltà è anche il sintomo della sua stupidità. Si dica questo ai più giovani. Se vogliamo in qualche modo prevenire.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *