Alain de Benoist: “Il governo Meloni è conservatore e liberale. La sostituzione etnica? Guardate Parigi…”
In una lunga intervista alla Stampa di Torino, Alain de Benoist, 80 anni, scrittore e filosofo francese, prova a spiegare il suo ruolo nel dibattito politico italiano e l’evoluzione della destra nostrana, anche alla luce del movimento culturale Nouvelle Droite (Nuova Destra) da lui fondato in Francia. Ma come prima cosa, de Benoist stronca qualsiasi accostamento ideologico organico tra lui e il governo italiano. “Non sono l’ideologo di nessuno. Sono un intellettuale indipendente che lavora nel campo della filosofia politica e della storia delle idee da oltre mezzo secolo. Ho lettori di destra e di sinistra, ma sono indifferente alle etichette. In Francia, la divisione orizzontale destra-sinistra viene gradualmente sostituita da una divisione verticale che contrappone il popolo alle élite. Mi considero un comunitario, persino un socialista conservatore come George Orwell, Christopher Lasch, Jean-Claude Michéa o Michel Onfray. Il mio principale nemico è il capitalismo liberale. Sono molto grato a Francesco Giubilei per avermi invitato al Salone del Libro di Torino. A mio avviso, l’attuale governo italiano non è né populista né sovranista, e ancor meno post-fascista. È un governo conservatore-liberale molto classico. La grande domanda per i conservatori è cosa vogliono (e possono) mantenere…”.
Alain de Benoist e il pensiero dominante in Francia e in Italia
“L’ideologia dominante – spiega de Benoist alla Stampa – è un misto di progressismo, che combina ciò che resta dell’ideologia del progresso con l’inflazione dei diritti individuali e il monoteismo del mercato… cercare di discutere oggi sulla base del fascismo o dell’antifascismo equivale a comportarsi come i dinosauri. L’evoluzione non è stata gentile con i dinosauri”.
C’è poi il tema dell’uso dei termini al femminile, cavallo di battaglia di una certa sinistra italiana. “La grammatica francese vieta la femminilizzazione della maggior parte dei sostantivi funzionali, in quanto rientrano nel cosiddetto neutro maschile. L’idea che il genere grammaticale e il sesso biologico siano collegati è una finzione linguistica (né l’inglese moderno né il turco hanno un genere grammaticale). Le innovazioni linguistiche sono legittime quando sono sancite dall’uso, non quando sono decretate per legge…”. E i matrimoni gay? Anche qui il filosofo francese precisa che una certa idea di società non ha nulla a che vedere con la discriminzione e il pregiudizio. “Detesto l’omofobia, ma il desiderio di matrimonio tra persone dello stesso sesso mi sembra derivare principalmente da un desiderio di normalizzazione borghese. Questa è anche l’opinione della maggior parte dei miei amici gay”.
Il sovranismo e la sovranità, due cose diverse
De Benois ricorda di aver sempre criticato la concezione sovranista della sovranità, “concepita come indivisibile e assoluta secondo il modello di Jean Bodin. Da parte mia, sono favorevole a una sovranità distribuita, basata sul principio di sussidiarietà definito da Johannes Althusius. Ma più importante della sovranità nazionale è la sovranità popolare, che è il fondamento della democrazia”. E la contaminazione sociale? “È una questione di proporzioni. Le popolazioni miste sono sempre esistite, ma l’ibridazione diffusa che porta all’indistinzione è un’esclusiva dell’Occidente contemporaneo. Andate a dire ai giapponesi o ai cinesi che la migrazione è fuori controllo! La politica pubblica non può basarsi sulla moralità o sulla generosità individuale. Deve dare la priorità al bene comune. Personalmente sono ostile all’immigrazione, ma non certo agli immigrati. La stragrande maggioranza degli europei (il 75% in Francia) è altrettanto ostile, perché le persone non vogliono sentirsi straniere nel proprio Paese, vogliono preservare la propria socievolezza, non vogliono che il loro diritto alla continuità storica sia minato e vogliono mantenere il controllo delle condizioni della propria riproduzione sociale”.
Identità e sostituzione etnica
Per lei cosa è l’identità nazionale?, gli viene chiesto. “Semplice: l’identità di un popolo è la sua storia. Sostituzione etnica? Venga a Parigi e si guardi intorno“. I gender? “Teorie basate sull’idea che il genere non abbia nulla a che fare con il sesso biologico, il che è una falsità. E perché invece di promuovere le donne, nega l’esistenza stessa delle differenze tra uomini e donne e contribuisce alla guerra tra i sessi, alimentata dal neopuritanesimo imperante… A prescindere dal nostro orientamento sessuale, i sessi saranno sempre e solo due. Si possono fare trattamenti ormonali o mutilazioni genitali, ma i cromosomi sessuali saranno sempre XX o XY…”.