Tritolo sotto la macchina dello scrittore putiniano Prilepin: Mosca accusa Kiev e la Nato

6 Mag 2023 14:59 - di Laura Ferrari

C’è un fermato per l’attentato dinamitardo in cui è stato ferito lo scrittore ultranazionalista russo Zakhar Prilepin ed è rimasto ucciso il suo autista. Lo rende noto il Ministero dell’Interno russo attraverso la portavoce Irina Volk.

Sul caso il comitato investigativo della Federazione russa ha aperto una inchiesta per terrorismo. Secondo le prime indagini, sotto la vettura in cui viaggiava Prilepin era stato collocato un ordigno esplosivo di oltre un paio di chili, a base presumibilmente di trinitrotoluene. Secondo fonti delle agenzie di sicurezza russe, potrebbe trattarsi di un attentato a opera della resistenza ucraina. Prilepin, già combattente in Cecenia e Daghestan negli anni Novanta con le unità antiterrorismo, ha un passato di impegno politico che contemplò per un periodo anche l’opposizione al leader susso Vladimir Putin, quando militava nel Partito Nazional Bolscevico (poi sciolto per legge) assieme al più noto scrittore Eduard Limonov, scomparso due anni fa.

Per Mosca l’attentato è come quelli firmati da Bin Laden e l’Isis

La Russia ha accusato Stati Uniti, Nato e Ucraina di aver fomentato l’attacco “terroristico” contro Prielepin. «Washington, insieme alla Nato, ha alimentato una nuova cellula del terrorismo internazionale: il regime di Kiev», ha denunciato la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, su Telegram, «Bin Laden, l’Isis, e adesso Zelensky con i suoi criminali, responsabilità diretta degli Usa e della Gran Bretagna», ha aggiunto la portavoce, per poi concludere: «Preghiamo per Zakhar».

Chi è Zakhar Prilepin

Secondo la versione riportata dalla testata russa Rbc, che cita fonti anonime, Prilepin stava tornando a Mosca dalle regioni ucraine parzialmente occupate di Donetsk e Luhansk e si era fermato nella regione di Nizhny Novogorod per un pasto. Prilepin è un putiniano convinto, sostenitore dell’«operazione militare speciale» in Ucraina. È il terzo attentato esplosivo contro esponenti di putiniani dall’inizio della guerra in Ucraina.

Nell’agosto del 2022 un’autobomba alla periferia di Mosca uccise Daria Dugina, la figlia di Alexander Dugin, considerato «l’ideologo di Putin». L’altro attentato, nell’aprile scorso, l’esplosione in un pub di San Pietroburgo dove è rimasto ucciso il noto blogger militare Vladlen Tatarsky. In tutti questi casi le autorità russe hanno puntato il dito contro i servizi segreti ucraini.

Foto da Twitter

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