Tragedia del Mottarone, dopo 2 anni la Procura chiude le indagini: 8 indagati per disastro colposo

19 Mag 2023 12:04 - di Eugenio Battisti

Disastro della funivia del Mottarone, la Procura di Verbania ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini sulla tragedia del 23 maggio 2021, Che causò 14 vittime. Si confermano indagati Luigi Nerini (titolare della Ferrovie del Mottarone), Gabriele Tadini ( capo servizio) ed Enrico Perocchio (direttore d’esercizio). Per rimozione dolosa di cautele destinate a prevenire disastri o infortuni sul lavoro. E attentato alla sicurezza dei trasporti. A questi si aggiungono Anton Seeber, Martin Leitner e Peter Rabanser per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravi. A Tadini e Perocchio  viene contestato anche il reato di falsificazione di atto pubblico.

Mottarone, la Procura chiude le indagini: 8 indagati

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato emesso anche nei confronti delle società Ferrovie del Mottarone e Leitner. Formulata, invece, la richiesta di archiviazione nei confronti di sei tecnici esterni all’impianto. Rino Fanetti, Fabrizio Pezzolo, Davide Marchetto, Alessandro Rossi, Davide Moschitti e Federico Samonini. Le sei persone indagate per il disastro del Mottarone sono responsabili di “condotta colposa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia”. E, in particolare, “nella mancata esecuzione dei controlli a vista mensili sul tratto di fune in prossimità del punto di innesto al carrello, previsti nel manuale di uso e manutenzione”. Controlli che, se effettuati, avrebbero consentito di rilevare i segnali del degrado della fune e di portare alla dismissione della fune. Che, invece, si legge nell’avviso di chiusura indagine, “si deteriorava progressivamente. Sino a rompersi in corrispondenza dell’innesto al carrello (testa fusa)”.

Chiesta l’archiviazione per 6 tecnici esterni all’impianto

In particolare Tadini non effettuava i controlli che rientravano tra i suoi compiti. Perocchio “non programmava e predisponeva i controlli mensili. E, in ogni caso, non verificava che tali controlli fossero stati regolarmente eseguiti”. Nerini, amministratore unico dell’impianto Ferrovie del Mottarone “non vigilava sull’adempimento da parte del proprio dipendente Tadini”.

Mancanza di controlli: negligenza, imprudenza e imperizia

La stessa mancata vigilanza sui controlli viene imputata anche a Peter Rabanser responsabile per Leitner degli impianti a fune. Ad Anton Seeber e Martin Leitner, componenti del consiglio di gestione di Leitner e datori di lavoro di Perocchio. Che “mantenevano in esecuzione il contratto di manutenzione stipulato tra Funivie del Mottarone e Leitner in data 29 aprile 2016. Nonostante lo stesso fosse da ritenersi strutturalmente inadeguato”.

L’inserimento dei forchettoni rossi e il crollo della cabina 3

Nerini, Tadini e Perocchio rispondono in concorso per aver inserito i cosiddetti ‘forchettoni’ di colore rosso sulla parte superiore del carrello della cabina numero 3. In sostanza avrebbero rimosso un sistema di sicurezza destinato a prevenire disastri o infortuni sul lavoro. E così il 23 maggio del 2021 la cabina numero 3, prossima all’arrivo nella stazione finale del Mottarone, “non si arrestava sospesa alla fune portante, come, invece, sarebbe dovuto accadere. Se non fossero stati apposti i cosiddetti forchettoni. Ma, trascinata dal tiro della fune inferiore, retrocedeva verso valle in direzione Stresa. Acquistando sempre maggior velocità. E, dopo una corsa di oltre 400 metri, raggiunto il pilone numero 3, si sganciava dalla fune portante, precipitando al suolo dall’altezza di circa 17 metri. Schiantandosi a terra e proseguendo la sua corsa per, poi, collidere contro un albero”. Uno schianto che è costato la vita a 14 persone.

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