Stupri di Capodanno in piazza Duomo, c’è la prima condanna: 5 anni e dieci mesi a Bouguedra
Il tribunale di Milano ha condannato Abdallah Bouguedra, 22enne di origine nordafricane, a 5 anni e 10 mesi di carcere per concorso in violenza sessuale di gruppo e lesioni nei confronti di una studentessa, all’epoca 19enne, avvenuta la notte di Capodanno del 2022 in piazza Duomo a Milano. I giudici della quinta sezione penale lo hanno assolto invece dal reato di rapina della borsa della vittima. Si tratta della prima condanna per episodi che crearono grande allarme sociale e per i quali giovedì 4 maggio arriverà il verdetto per altri due imputati che hanno scelto il rito abbreviato.
Accolte le tesi dell’accusa
La corte ha fissato una provvisionale di 30 mila euro per a vittima e un risarcimento di 7mila per il Comune di Milano, entrambi parti civili nel processo. La sentenza, in attesa delle motivazioni tra 60 giorni, di fatto accoglie la tesi della sostenuta in aula dal pm Alessia Menegazzo che nella sua requisitoria (aveva chiesto la condanna a 6 anni) ha ricostruito la “lunga e articolata indagine” sulle “brutali aggressioni” e in particolare quella nei confronti della coppia di amiche, circondate e aggredite, vicino al McDonald’s.
Il video che riprende l’imputato
Quella sera la vittima era in compagnia di una coetanea quando è stata avvicinata da un gruppo di stranieri, provenienti da Torino, che hanno cercato a lungo un approccio: qualche frase di circostanza, il contatto scambiato su Instagram, poi il tentativo, rivelatosi inutile, di allontanarsi. Contro il giovane c’è un video ripreso con un telefonino: mostra un ragazzo nordafricano con i capelli con le punte bionde e un giubbotto rosso. “L’imputato, nonostante le evidenze, ha continuato a sostenere mentendo di non essere il ragazzo ripreso dalle telecamere e descritto dalle vittime” eppure le vittime “lo riconoscono sia nell’immediatezza dei fatti che nell’incidente probatorio. Le due ragazze accerchiate e molestate lo ricordavano benissimo quel ragazzo di origine marocchina con i capelli con le punte bionde. L’unico video agli atti riproduce l’imputato sulla scena del crimine” ha tuonato in aula la rappresentante della pubblica accusa.
Non ci sono dubbi sull’operato dell’imputato
“Non si tratta di un errore di persona, ma è lui quel ragazzo. ‘Ho visto quello con la giacca rossa di fianco a me’ le parole della vittima quando è a terra, in preda alla furia del branco. Non ci sono dubbi è lui, non ci sono equivoci: la collocazione dell’imputato da parte delle vittime sia nel primo accerchiamento che dopo è certa” ha aggiunto la pm Menegazzo che pur riconoscendo la giovanissima età dell’imputato lo accusa, con la sua presenza in piazza, di aver “aumentato la forza intimidatrice del branco. Ha fatto muro, ha impedito la fuga, ha ostacolato l’intervento degli amici delle ragazze, la sua è una presenza attiva che ha agevolato gli aggressori”.
“Non mi sono reso conto che venivano aggredite”
Il difensore Giuseppe Boccia preannuncia ricorso in appello, mentre il giovane, attualmente ai domiciliari, – che ha assistito impietrito alla lettura del verdetto – ha pronunciato una frase lontano dall’aula: “Questa è la giustizia in Italia, il mio non è il primo caso di malagiustizia”. Nel suo interrogatorio, lo scorso 16 marzo, si è difeso da ogni accusa: “Non mi sono assolutamente reso conto che venivano aggredite o sarei intervenuto. C’era un casino, tutti urlavano, spaccavano bottiglie. Se avessi sentito le ragazze gridare ‘aiuto’ sarei intervenuto”.
Per altri due imputati Mahmoud Ibrahim (richiesta 6 anni) e Abdel Fatah (4 anni), che hanno scelto il rito abbreviato, la sentenza davanti al gup Marta Pollicino è attesa per giovedì 4 maggio.