Sgarbi, il Pirellone: non può fare il consigliere e il sottosegretario. E arriva l’annuncio: “Resto al Ministero”
Non è una sorpresa, anzi: per sua stessa ammissione «c’è abituato». Così, Vittorio Sgarbi, commentando la decisione del Consiglio regionale della Lombardia di decretare l’incompatibilità tra i suoi due incarichi: quello di consigliere regionale in Lombardia. Con quello di sottosegretario di Stato alla cultura. Sono avvezzo alla rinuncia: sono stato consigliere regionale in Sardegna. In Emilia Romagna. E in Lombardia, e ogni volta mi sono dimesso perché avevo altre funzioni». Una conferma pacifica, quella che arriva dal critico d’arte nel giorno in cui l’aula di Palazzo Pirelli certifica l’inconciliabilità del doppio incarico a suo nome, sollevata all’unanimità dalla giunta delle elezioni.
Sgarbi, il Pirellone ratifica: non può fare il consigliere e il sottosegretario
Pertanto, come ha spiegato nel suo intervento in aula il presidente della giunta delle elezioni Luca Ferrazzi, Sgarbi avrà ora dieci giorni di tempo entro i quali dovrà optare per una delle due cariche, pena la decadenza, una volta trascorsi i dieci giorni, da quella di consigliere regionale. Qualora il leader di Rinascimento decidesse, come già ha anticipato di voler fare, di lasciare il Pirellone, restando sottosegretario alla Cultura, il suo posto in Lombardia per la lista di Noi Moderati – fa sapere una nota del Consiglio regionale – verrebbe preso da Nicolas Gallizzi.
Incompatibilità tra le due cariche: 10 giorni di tempo per scegliere
Un passaggio di testimone e una rinuncia che Sgarbi ha commentato con l’Adnkronos nel giorno in cui annuncia la sua volontà di rinunciare al seggio al Pirellone, sostenendo anche: «Sono assolutamente convinto che sia importante collaborare con la Regione Lombardia, ma non esiste alternativa. Perché il Consiglio regionale non ha nessuna capacità di decidere delle cose come può averla un sottosegretario».
Sgarbi: «Meglio che resti sottosegretario»
E ancora. «Volevo venire in Consiglio già oggi, ma il segretario generale mi ha detto che si votava solo un atto formale e burocratico», spiega Sgarbi. Che ora resta «in attesa che mi arrivi, entro dieci giorni, la lettera del presidente, a cui risponderò per iscritto. E poi, ai primi di giugno, con un intervento in aula, dove verrò a salutare gli amici consiglieri e a dire quanto sono felice di poter continuare a collaborare con loro in un ruolo utile come quello di sottosegretario».
Sgarbi, «rinuncia inevitabile, ma continuerò a collaborare con la Regione»
Un incarico a cui il critico d’arte non poteva rinunciare per il seggio in Consiglio regionale: «Se mi avessero chiesto di fare l’assessore, avrei potuto avere un dubbio, ma così no. È inevitabile, perché il consigliere ha una funzione ispettiva», sottolinea Sgarbi. Nel frattempo il leader di Rinascimento fa sapere di aver già avviato progetti di collaborazione tra il ministero della Cultura e Regione Lombardia: «Con l’assessore Francesca Caruso abbiamo già fatto il progetto del centro regionale del restauro dedicato a Secco Suardo a Lurano (Bg). L’ho mandata e lei è andata a vederlo».
I diversi progetti sul tavolo su cui Regione e ministero possono collaborare
Non solo. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di una mostra sul Polittico di Butinone e Zenale. E stiamo lavorando per portare da Kiev La Pace di Canova e su altre iniziative a cui la Regione e il ministero possono collaborare». In sinergia, con reciproca soddisfazione e con chiarezza di intenti e di ruoli.