Salman Rushdie mette in guardia dalla cancel culture: “Ondata di censura mai vista prima”

23 Mag 2023 19:51 - di Redazione
Salman Rushdie

Lo scrittore britannico Salman Rushdie, 75 anni, ha ricominciato a scrivere a pieno ritmo. Ora è impegnato nella stesura di un libro “abbastanza breve” sull’attentato a cui è sopravvissuto il 12 agosto 2022 a Chautauqua, cittadina dello stato di New York. Quando è stato accoltellato una decina di volte da un uomo presente tra il pubblico di una conferenza dello scrittore angloindiano. Trasportato d’urgenza al pronto soccorso, Rushdie ha riportato gravi conseguenze: ha perso l’uso dell’occhio destro e la mobilità di una mano. Salman Rushdie si è recato martedì 23 maggio  al Castello di Windsor per essere insignito del titolo di ‘Servant of the Companions of Honour’. Alla domanda dei giornalisti- riporta l’Adnkronos-  quando pensa di completare il suo prossimo libro, lo scrittore ha risposto: “Oh, ve lo farò sapere”.

Parlando dopo la cerimonia di investitura, durante la quale ha incontrato la principessa reale Anna, Sir Salman Rushdie ha detto che è stato un “grande onore” essere ricompensato per una “vita di lavoro”. Durante un festival a Washington nel fine settimana Rushdie ha dichiarato: “L’occhio è ovviamente una grande perdita, ma a parte questo sono perfettamente funzionante”. “Non leggo più velocemente come una volta, ma sto scrivendo un libro, credo piuttosto breve, su ciò che è successo”, ha aggiunto l’autore di “I versetti satanici”. Alla domanda su quale consiglio darebbe a un giovane scrittore, Rushdie ha risposto: “Direi: fai quello che devi fare e non avere paura”.  Nel febbraio scorso era uscito il suo 15° romanzo: La città della vittoria” (Victor City), ambientato nell’India del XIV secolo. Ora si appresta a scrivere un libro sul suo attentato.

La settimana scorsa Rushdie ha fatto diverse apparizioni. Lunedì 15 maggio ha ricevuto il Freedom To Publish Award per il suo impegno a favore della libertà di pubblicazione. In questa occasione, ha parlato in videoconferenza e ha espresso la sua preoccupazione per la libertà di espressione in tutto il mondo. Detto da lui è un avvertimento che la cultura ameircana dovrebbe considerare degno di attenzione. “Viviamo in un’epoca, credo, in cui la libertà di espressione e di pubblicazione è minacciata nei Paesi occidentali in una misura che non ho mai visto in vita mia”, ha sostenuto il romanziere con cittadinanza statunitense che vive da tempo a New York. Rushdie ha fatto riferimento all’ondata di censura dei libri nelle biblioteche pubbliche e scolastiche americane, ma anche al movimento di riscrittura (cancel culture) di alcune opere per eliminare il linguaggio ritenuto problematico.

La sera del 18 maggio, per la prima volta dopo l’aggressione, lo scrittore è apparso di persona a un evento pubblico, il gala annuale dell’organizzazione Pen America. “Il terrorismo non deve terrorizzarci. La violenza non deve scoraggiarci. La lotta continua”, ha detto in francese, spagnolo e inglese. È stata un’altra occasione per difendere la libertà di espressione, soprattutto perché Rushdie è stato presidente del Pen America tra il 2004 e il 2006. Infine sabato 20 maggio la videoconferenza con il “Financial Times”. Il 14 febbraio 1989 l’Ayatollah Khomeini emise una fatwa contro Salman Rushdie per blasfemia e apostasia, dopo la pubblicazione del suo romanzo “I versetti satanici”. Lo scrittore venne quindi posto sotto protezione giudiziaria, facendolo entrare in una nuova vita di costante pericolo e minaccia. Il 24 settembre 1998 il governo iraniano annunciò ufficialmente che non avrebbe più eseguito la fatwa, spiegando tuttavia che la legge islamica rendeva impossibile revocarla.

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