Riforme, Fazzolari: “Non vogliamo depotenziare il ruolo del capo dello Stato”

11 Mag 2023 9:55 - di Redazione
Fazzolari riforme

“Non vogliamo depotenziare il ruolo super parte del capo dello Stato”. Lo ribadisce forte e chiaro  Giovanbattista Fazzolari al ‘Corriere della sera’ a proposito delle riforme. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio smonta la narrazione di coloro che, Pd in testa, stanno facendo muro al grido di ‘il Quirinale non si tocca”. Le riforme richiano di indebolire Mattarella, paventava il Domani nell’editoriale. Fazzolari fa il punto e ribatte agli allarmismi di chi parla di una Meloni che vuole i “pieni poteri”; o una “monarchia illuminata”, come ha ironizzato la Schlein durante l’incontro alla Camera. L’argomento è serio e non si presta a ironie.

Fazzolari: “Non vogliamo depontenziare il Quirinale”.

Spiega Fazzolari: “Negli incontri è emersa una grande attenzione a non depotenziare il ruolo super partes del presidente della Repubblica. Una riforma di questo genere va vista per il futuro: è ovvio che entrerebbe in vigore solamente con la nuova legislatura. E nessuno immagina di interrompere prima della scadenza naturale il mandato di Mattarella“, spiega il sottosegretario. Che aggiunge: “Non siamo così ingenui da immaginare di fare a nostro vantaggio qualcosa che accadrà nel 2027. E non possiamo prevedere chi sarà fra 4 anni il soggetto politicamente più forte».

“Le riforme servono all’Italia. Non vediamo la necessità di una bicamerale”

Le riforme servono all’Italia. «Il presidente Meloni ha rilevato due grandi criticità. La prima è la totale instabilità dei nostri governi, che cambiano in media ogni due anni. E questo, per un Paese grande e potente, comporta difficoltà a stare ai tavoli internazionali. Sorprende che l’allarme abbiamo dovuto lanciarlo noi». La bicamerale rischia di rivelarsi una trappola?, gli chiedono. “Valuterà Casellati insieme al premier Meloni, ma non vediamo la necessità di una bicamerale- risponde. Il dialogo sulle riforme si può portare avanti anche attraverso gli incontri con le opposizioni”, dice Fazzolari. E sul percorso da seguire è chiaro, nessun timore da un referendum, risponde alla domanda maliziosa, viste le esperienze della bocciatura delle riforme di Berlusconi e Renzi. «Su una riforma così importante potrebbe essere opportuno far decidere gli italiani in ogni caso; se anche dovessimo ottenere la maggioranza dei due terzi in Parlamento».

“Presidenzialismo e autonomia non sono in conflitto”

Non riescono i tentativi di speculare sulle diverse sensibilità all’interno della maggioranza tra le diverse opzioni sul tappeto. “La Lega scalpita, vuole che l’Autonomia sia approvata prima delle Europee. Riuscirete a convincere Salvini?”, chiede il Correre a Fazzolari: «Non è così, c’è un clima collaborativo e non ci sono posizioni che devono essere mediate. La narrazione secondo cui il presidenzialismo è roba di FdI mentre l’Autonomia è roba della Lega è sbagliata». E  specifica che i due progetti non sono in conflitto: «Il presidenzialismo è una battaglia di tutti i partiti di centrodestra e lo stesso vale per l’Autonomia. Non ci sarà una strategia sulla tempistica né la necessità di fare uno scambio. Sono due percorsi complessi che cercheremo di portare avanti nel minore tempo possibile».

Migranti, Fazzolari: “La Francia ha cambiato linea, ora sia coerente”

Non può mancare un riferimento allo scontro che la Francia ha ingaggiato  contro l’Italia in una giornata in cui si è accodata anche la Spagna: «Questi continui attacchi non denotano un buono stato di salute del governo di una grande nazione — risponde il sottosegretario all’Attuazione del programma —. Prima dicevano che dovevamo accogliere tutti i migranti, ora ci chiedono di contrastare l’immigrazione illegale di massa. Per noi è un enorme successo aver fatto cambiare linea al governo francese. Ora ci aspettiamo che la Francia sia coerente e sostenga in Europa le proposte italiane per contrastare l’immigrazione illegale». Fazzolari rilancia in contropiede e ne ha anche per la vicepremier socialista spagnola Dìaz che in tema di lavoro ha azzardato perlare di “contratti spazzatura”. In pratica non sa di cosa parla: «Con il governo Meloni abbiamo raggiunto il record storico di contratti stabili a tempo indeterminato. Questi sono i dati, il resto è propaganda».

 

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