Piantedosi annuncia: da luglio parte il progetto di riqualificazione dell’area Termini a Roma
Importante riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura a Roma. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, annuncia una svolta che a Roma si attende da anni: un intervento deciso nell’area della Stazione Termini. Stop al degrado, nessuno sconto. Una prima, fondamentale risposta a un problema che si trascina da anni con conseguenze spesso molto gravi. Il tutto, in vista del Giubileo, un appuntamento che va preparato in ogni dettaglio. «L’elemento di novità è un grande progetto di riqualificazione dell’area di Termini», afferma. La riqualificazione «verrà avviata a luglio in vista del Giubileo da piazza dei Cinquecento a piazza della Repubblica, compresi gli attraversamenti. Dobbiamo cogliere l’occasione per contribuire a realizzare il progetto con un’attenzione rinnovata». Questo, «anche per evitare che i cantieri si trasformino in luoghi insicuri. Inoltre, per creare le condizioni strutturali in modo da trovare un posizionamento visibile delle forze dell’ordine».
Piantedosi sui riconoscimenti facciali
Precedentemente un altolà a polemiche inutili e pretestuose. L’iniziativa del ministro è per il riconoscimento facciale negli ospedali, nelle stazioni e nelle aree commerciali di Milano, Roma e Napoli. «Nessuno pensa a un Grande Fratello di massa…», esordisce Piantedosi, rispondendo ai giornalisti che a gli chiedono un commento. «La possibilità del riconoscimento facciale e dell’utilizzo di tecnologie è già in essere», dice. «Ci sono stati dei casi, come l’accoltellatore di Termini riconosciuto grazie a queste tecnologie particolari che danno la possibilità di dare un nome attraverso i dati facciali».
«Abbiamo già una rete capillare»
«Si tratta solo di vedere se può avere un altrettanto proficuo utilizzo in chiave di prevenzione», continua Piantedosi. P«enso, ad esempio, in chiave di antiterrorismo. Nessuno immagine di fare una utilizzazione di tecnologie comprimendo la privacy. Noi abbiamo già una rete capillare. Ho appreso che la città di Palermo è all’avanguardia per la rete di videosorveglianza. Non fa riconoscimenti facciali ma ha la potenzialità per farlo».