La strana ipotesi di Tom Hanks sull’intelligenza artificiale: grazie a lei potrei recitare anche da morto

16 Mag 2023 20:30 - di Redazione
Tom Hanks

Un modo decisamente originale, quello di Tom Hanks, di guardare all’avvento dell’intelligenza artificiale nella mecca del cinema, all’interno della quale – ipotizza il mitico Forrest Gump – spopolerebbero attori con carriere infinite. A partire da lui stesso che, spiega nell’ultimo episodio del podcast di The Adam Buxton, non esclude che i suoi personaggi possano continuano a sopravvivere, grazie all’uso di nuove tecnologie, anche dopo la sua morte...

Tom Hanks, interviene nel dibattito sull’Intelligenza artificiale

La sua riflessione è arrivata dopo che Neil Tennant dei Pet Shop Boys ha affermato che l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata dai musicisti per completare canzoni non finite. Una fascinazione strana e una suggestiva ipotesi, insomma, quella dell’attore due volte premio Oscar per Forrest Gump e Philadelphia, uno tra i pochi da settimane a questa parte a esprimersi positivamente sull’intelligenza artificiale di cui, all’apice dell’entusiasmo, l’attore ha rilanciato il virtuosismo digitale per eccellenza: apparire in nuovi film in eterno: superando un confine che finora neppure la magia del cinema e i re mida hollywoodiani hanno potuto valicare.

«La mia carriera potrebbe durare per sempre»

Ma, perché c’è un “ma” anche per Hanks, l’attore riconosce – entusiasmi a parte – che questi sviluppi tecnologici pongono nuove sfide artistiche e legali. E la stella tra le più luminose del firmamento hollywoodiano, 66 anni, ne ha parlato nell’ultimo episodio del podcast di The Adam Buxton. Ricordando che già in The Polar Express del 2004 (primo film interamente animato utilizzando la tecnologia di motion capture digitale), molto del lavoro è stato fatto dai computer, che trasformavano un insieme di “1 e 0 in un volto”.

Rischi e benefici delle nuove tecnologie declinate al cinema

«Da allora – ha proseguito l’attore – lo sviluppo è aumentato un miliardo di volte. E lo vediamo ovunque». Proprio per questo, a questo punto del dibattito, Hanks non ha potuto esimersi dal sottolineare come nell’industria cinematografica sia già materia di discussione e di confronto il tema su “come proteggere gli attori dagli effetti della tecnologia”. Sottolineando per esempio: «Posso dirti che ci sono discussioni in corso in tutte le corporazioni. Tutte le agenzie. E tutti gli studi legali, per trovare le implicazioni legali dell’uso della mia faccia. Della mia voce, della nostra proprietà intellettuale», ha aggiunto Hanks.

Tom Hanks, il sogno delle interpretazioni che possono continuare all’infinito

«Quello che è una possibilità concreta in questo momento è che, se lo volessi, potrei proporre una serie di sette film che mi vedrebbero recitare per i prossimi 32 anni fin dopo la mia morte». E ancora. «Ora chiunque può ricreare se stesso a qualsiasi età grazie all’intelligenza artificiale o alla tecnologia deep fake. Potrei essere investito da un autobus domani e morire, ma le interpretazioni possono continuare all’infinito. Al di fuori della comprensione dell’intelligenza artificiale e del deep fake, non ci sarà nulla che ti dica che non sono io. Avrà un certo grado di realismo. E questa è certamente una sfida artistica ma è anche legale».

Tom Hanks e l’enigmatico interrogativo sull’intelligenza artificiale nel cinema

Una tecnologia simile è già stata utilizzata nell’ultimo film di Indiana Jones, per il quale Harrison Ford, 80 anni, è stato “de-invecchiato” per la sequenza di apertura. I cineasti hanno setacciato il materiale d’archivio del Ford più giovane prima di abbinarlo alle nuove riprese. Creando l’illusione delle presenza di Indiana Jones in nuove scene ambientate nel 1944. Un misto tra osservanza della liturgia tecnologico-artistica e profanazione della magia di celluloide, di cui Hanks ha riconosciuto benefici e rischi. Concludendo sulla vexata quaestio con un enigmatico interrogativo: «Senza dubbio le persone saranno in grado di dire che si tratta di intelligenza artificiale, ma la domanda è: gli importerà?»…

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *