La morte di Maria Giovanna Maglie: sui social è subito fiera del cattivo gusto. Ecco chi si distingue
Scrivere un tweet stupido, iperbolico e urticante è ormai il biglietto da visita per essere incoronato primattore per qualche ora. Il nome gira, e tutto fa brodo. Muore un personaggio famoso – nel caso odierno, purtroppo, è Maria Giovanna Maglie – e c’è chi adotta la tecnica morettiana: “Mi si nota di più se…”. Ovvio: ti si nota se vai nella direzione contraria alla civiltà, che impone pietas e rispetto per i morti.
Niente. Un comico, Pietro Diomede, tira in ballo Michela Murgia, anche lei malata, ma di idee opposte alla Maglie. Uno spunto, anzi uno spuntino, per dire che Maglie era “fascista”. Aggettivo dilatato oltre ogni limite comprensibile e giustificabile. Ecco come si esprime su Twitter il fenomeno del giorno: “Morta Maria Giovanna Maglie, aveva 70 anni. A differenza di Michela Murgia è morta esaudendo il desiderio di morire sotto un governo fascista. #MariaGiovannaMaglie”.
Ovviamente i commenti critici non si fanno attendere e la polemica monta. Diomede ha raggiunto lo scopo di far parlare di sé. Che fosse uno che non si dà limiti né li conosce si capiva già dalla battuta che lo ha reso popolare per il cattivo gusto e relativa a Carol Maltesi, uccisa dal vicino di casa.
Peggio di lui però fa un altro account, identità nascosta da un nickname, che emette i suoi giudizi non richiesti: “E’ morta Maria Giovanna Maglie. Una giornalista fascista, no vax (però vaccinata), complottista, negazionista dei cambiamenti climatici, razzista, xenofoba ed omofoba. Ah, pure migliore amica della Chaouqui. Come disse Barbero su Thatcher e Reagan, possa bruciare all’inferno”. Altri si accodano in questo scempio della ragione: che senso ha infierire su un defunto? A chi giova se non al proprio ego smisurato imbevuto di ideologia fanatica? Esibizionisti che meritano solo un distaccato ribrezzo.