La falsa narrazione dello spoil system “brutale” della destra. Colleghi giornalisti, moderatevi…

13 Mag 2023 11:10 - di Carmelo Briguglio

Devo alla collega Annalisa Terranova, che ci ha messo del gustoso suo, lo scenario disvelato dal “fogliante”Carmelo Caruso sull’occupazione della Rai da parte dei “columnist” della Gedi Corporation: Repubblica, Stampa, Huffpost. Noto: talvolta con reciprocità; lo sforzo di energie verso i programmi Rai si compensa con ritorni dal servizio pubblico verso le testate progressive; flussi e riflussi in nome delle affinità elettive che sapete: Annunziata, Giannini, Mauro, De Angelis, Carofiglio, eccetera.

Rai-Gedi: raddoppio progressista anti-governo

Raddoppi di marcatura, per stare al gergo sportivo. Ma io avvisto anche raddoppi di livore antigovernativo, stando ai contenuti; in particolare anti-Meloni, da quando si parla di avvicendamenti in Rai. Sono scatenati. Senza più maschere. Si capisce. Che volete dirgli ? Che il “cambio” a Viale Mazzini c’è da sempre, a correnti alternate ? Che, in fondo, questa è una regola non scritta e – al di là delle ufficialità – compresa e accettata dalla politica e da chi la guida ? Che per troppo tempo, asset e palinsesti Rai hanno messo in angolo la destra ? “Repubblica” detta la linea: il nuovo Ad di Viale Mazzini, Roberto Sergio, è “progressista quando è il centrosinistra a governare; sovranista non appena è la destra a insediarsi a palazzo Chigi” ? Amico di Casini. Manco lui “meloniano”, quindi. Ditemi voi. Osservo però nell’accampamento Cinque stelle la velocità nel comprendere: i tempi della politica cambiano, bisogna adattarsi. Andrà come deve andare, ma colà si danno già da fare. Ci capiamo.

Molte conferme e curriculum inattaccabili

Ora, alle altre nomine voglio tornare, per semplice ragionare. Metto in fila un po’ di nomi, della prima e seconda infornata. Vediamo: De Scalzi (Eni), Maruotti (Consiglio di stato), Del Fante (Poste) Curcio (Protezione civile), Cingolani (Leonardo), Cattaneo (Enel), De Gennaro (Comandante Gdf) Pisani (Capo della polizia). Basta così: senza entrare in ineleganti dettagli. Ma lo spoil system brutale della destra, dov’è ? Voi le vedete tutte queste designazioni identitarie ? Dove stanno le appartenenze politiche ? Io che sono un discreto “destrologo”, questo ceto post-fascista o “meloniano”, non riesco a vederlo; non lo riconosco. Né so alcunché di vincitori e vinti dei reportage di guerra dalle trincee mediatiche; che descrivono sfracelli nell’esecutivo, tra missili e colpi di mortaio: i colleghi sono bravi bravi; anche di fantasia, di realtà aumentata. Li invidio. Perché io nelle nomine che – scrivono – grondano sangue, di “destri” doc o dop non vedo ancora nessuno; almeno nel campionario di cui sopra. Adocchio conferme e conferme di confermati; interscambi di nomine e già nominati; scontate ascese vicariali. E roba così. Ma non riesco a scorgere manco un pezzettino di cerchio magico, là in mezzo. Onestamente: si sbatte contro curriculum inattaccabili.

Meloni premier forte? Ma non era inadeguata?

Nonostante i pazzi pezzi a mitraglia dei giornali “contro”. I quali ci hanno impancato sopra la teoresi del “premierato di fatto” di Giorgia. Forte. Fortissimo ed extra ordinem, romanzeggiano. Ma dico io: non doveva essere Meloni una presidente del Consiglio improvvida e maldestra ? Non avevano vaticinato si sarebbe persa nei meandri sconosciuti dei palazzi del potere ? Non doveva essere affetta da strutturali deficit e inguaribile inadeguatezza al ruolo ? Non si parlava di “tutoraggio” di questo e di quello ? E ricordate la narrazione del Lord Protettore ? Non doveva essere, insomma, la Nostra un fugace capo di governo, “trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera” (Quasimodo) ?
Ora mi dite che è diventata scafatissima nei comandi rapidi del potere. E si sta cementando a Chigi, l’astuta volpina; pure mazzolando i renitenti. Di già ? Così presto ? Va bene, va bene. Ma, ragazzi miei che scrivete “di là”, abbiate pietà di noi. E di voi: temperatevi.

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