La falsa narrazione dello spoil system “brutale” della destra. Colleghi giornalisti, moderatevi…
Devo alla collega Annalisa Terranova, che ci ha messo del gustoso suo, lo scenario disvelato dal “fogliante”Carmelo Caruso sull’occupazione della Rai da parte dei “columnist” della Gedi Corporation: Repubblica, Stampa, Huffpost. Noto: talvolta con reciprocità; lo sforzo di energie verso i programmi Rai si compensa con ritorni dal servizio pubblico verso le testate progressive; flussi e riflussi in nome delle affinità elettive che sapete: Annunziata, Giannini, Mauro, De Angelis, Carofiglio, eccetera.
Rai-Gedi: raddoppio progressista anti-governo
Raddoppi di marcatura, per stare al gergo sportivo. Ma io avvisto anche raddoppi di livore antigovernativo, stando ai contenuti; in particolare anti-Meloni, da quando si parla di avvicendamenti in Rai. Sono scatenati. Senza più maschere. Si capisce. Che volete dirgli ? Che il “cambio” a Viale Mazzini c’è da sempre, a correnti alternate ? Che, in fondo, questa è una regola non scritta e – al di là delle ufficialità – compresa e accettata dalla politica e da chi la guida ? Che per troppo tempo, asset e palinsesti Rai hanno messo in angolo la destra ? “Repubblica” detta la linea: il nuovo Ad di Viale Mazzini, Roberto Sergio, è “progressista quando è il centrosinistra a governare; sovranista non appena è la destra a insediarsi a palazzo Chigi” ? Amico di Casini. Manco lui “meloniano”, quindi. Ditemi voi. Osservo però nell’accampamento Cinque stelle la velocità nel comprendere: i tempi della politica cambiano, bisogna adattarsi. Andrà come deve andare, ma colà si danno già da fare. Ci capiamo.
Molte conferme e curriculum inattaccabili
Ora, alle altre nomine voglio tornare, per semplice ragionare. Metto in fila un po’ di nomi, della prima e seconda infornata. Vediamo: De Scalzi (Eni), Maruotti (Consiglio di stato), Del Fante (Poste) Curcio (Protezione civile), Cingolani (Leonardo), Cattaneo (Enel), De Gennaro (Comandante Gdf) Pisani (Capo della polizia). Basta così: senza entrare in ineleganti dettagli. Ma lo spoil system brutale della destra, dov’è ? Voi le vedete tutte queste designazioni identitarie ? Dove stanno le appartenenze politiche ? Io che sono un discreto “destrologo”, questo ceto post-fascista o “meloniano”, non riesco a vederlo; non lo riconosco. Né so alcunché di vincitori e vinti dei reportage di guerra dalle trincee mediatiche; che descrivono sfracelli nell’esecutivo, tra missili e colpi di mortaio: i colleghi sono bravi bravi; anche di fantasia, di realtà aumentata. Li invidio. Perché io nelle nomine che – scrivono – grondano sangue, di “destri” doc o dop non vedo ancora nessuno; almeno nel campionario di cui sopra. Adocchio conferme e conferme di confermati; interscambi di nomine e già nominati; scontate ascese vicariali. E roba così. Ma non riesco a scorgere manco un pezzettino di cerchio magico, là in mezzo. Onestamente: si sbatte contro curriculum inattaccabili.
Meloni premier forte? Ma non era inadeguata?
Nonostante i pazzi pezzi a mitraglia dei giornali “contro”. I quali ci hanno impancato sopra la teoresi del “premierato di fatto” di Giorgia. Forte. Fortissimo ed extra ordinem, romanzeggiano. Ma dico io: non doveva essere Meloni una presidente del Consiglio improvvida e maldestra ? Non avevano vaticinato si sarebbe persa nei meandri sconosciuti dei palazzi del potere ? Non doveva essere affetta da strutturali deficit e inguaribile inadeguatezza al ruolo ? Non si parlava di “tutoraggio” di questo e di quello ? E ricordate la narrazione del Lord Protettore ? Non doveva essere, insomma, la Nostra un fugace capo di governo, “trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera” (Quasimodo) ?
Ora mi dite che è diventata scafatissima nei comandi rapidi del potere. E si sta cementando a Chigi, l’astuta volpina; pure mazzolando i renitenti. Di già ? Così presto ? Va bene, va bene. Ma, ragazzi miei che scrivete “di là”, abbiate pietà di noi. E di voi: temperatevi.