Il Qatargate non convince i giudici milanesi: no all’estradizione della commercialista di Panzeri
Nuova battuta d’arresto nel filone italiano del Qatargate: i giudici milanesi hanno negato l’estradizione in Belgio di Monica Bellini, commercialista di Panzeri, nonché professionista di riferimento del Pd lombardo, che secondo il mandato di cattura europeo è una figura chiave nello scandalo di corruzione.
Per i pm belgi la Bellini avrebbe «svolto un ruolo importante nel rimpatrio di denaro contante dal Qatar», ossia le presunte tangenti, «provenienti dal Qatar» assieme «a Silvia Panzeri», figlia dell’ex eurodeputato. E sarebbe stata Bellini, su input di Panzeri (come ha dichiarato l’ex collaboratore Francesco Giorgi), a mettere in piedi «una struttura di società per garantire un flusso di denaro con apparenza legale».
Per i giudici milanesi gli “atti d’accusa erano formulati in maniera assai vaga”
La corte di Milano ha deciso di negare al Belgio la richiesta di consegna di Monica Rossana Bellini, dal momento che – hanno spiegato motivando in aula la sentenza i giudici della quinta sezione penale Nova, Arnaldi e De Magistris – da Bruxelles sono stati formulati atti d’accusa «in maniera assai vaga». A questo si aggiunge il ”perdurante silenzio” alle richieste di chiarimento venute dall’Italia opposto dalla magistratura belga, nonostante sia stata ”più volte sollecitata”. Le toghe milanesi hanno poi ricordato che Bellini, accusata in Belgio di corruzione e riciclaggio, per il secondo reato è indagata anche dalla procura di Milano.
Qatargate, “Bellini iscritta nel registro degli indagati per riciclaggio”
Nei giorni scorsi, dopo un incontro il 14 aprile tra inquirenti belgi e milanesi, da Bruxelles sono stati trasmessi degli atti ai magistrati milanesi che riguarderebbero fatti specifici su cui la Procura di Milano può indagare in autonomia, a prescindere dall’inchiesta Qatargate avviata in Belgio. Da qui l’iscrizione anche a Milano di Bellini con l’ipotesi di riciclaggio. L’indagine riguarda in particolare circa 300mila euro arrivati alla Equality, società prima partecipata dalla commercialista e dal fratello e dal padre di Giorgi, le cui quote sono poi passate a presunti prestanome, Manfred Forte e Dario Scola, anche loro indagati a Milano.
Soddisfatti della sentenza i legali della commercialista di Panzeri, che al momento è libera. “La Bellini – si legge in una nota – ha da sempre creduto nella giustizia e proprio tale convinzione, insieme al rispetto dell’operato delle autorità nella fase delle indagini, l’ha supportata ad affrontare quotidianamente la propria opera professionale senza non poche difficoltà, nonostante la rilevanza mediatica negativa riservatale finora.Con lo stesso atteggiamento tenuto finora, la Bellini non rilascerà alcuna intervista o dichiarazione, fiduciosa del definitivo chiarimento della propria posizione di estraneità rispetto ai fatti”.