Il Pd litiga sull’accoglienza dei migranti: nella Toscana rossa volano gli stracci tra Giani e il sindaco di Prato

13 Mag 2023 14:09 - di Lara Rastellino
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Volano gli stracci nel Pd in Toscana. E udite udite, il motivo del contendere è un tema tanto caro ai buonisti di sinistra: l’accoglienza dei migranti. Una questione di lana caprina, in realtà, alla base della lite tutta interna ai dem della regione nota come presidio rosso. Un caso scoppiato in punta di protocollo, relativo alla trasformazione di un edificio sostanzialmente inutilizzato che insiste sul terreno comunale di Prato. In poche parole, come riporta in queste ore il sito de Il Giornale, il Presidente di Regione Giani annuncia di aver proposto al prefetto di adibire a centro d’accoglienza un ex-centro vaccinale di Prato. Ma sulla decisione, comunicata a freddo, è insorto il primo cittadino pratese Matteo Biffoni. Il quale, in risposta alla proposta del suo collega di cordata politica, sul tamburo ha commentato tranchant: «Se prima avevo un sospetto, adesso ho la ragionevole certezza che Giani parli di immigrazione senza sapere e avere chiaro cosa si intenda per “accoglienza diffusa”»… Ma procediamo con ordine.

Toscana, il Pd litiga sull’accoglienza dei migranti

La bomba, tutta interna al Pd, esplode quando nel capoluogo toscano, a margine di una conferenza stampa, incalzato dai cronisti proprio sul tema dell’accoglienza migranti, il governatore Giani si dichiara ufficialmente favorevole al prototipo dell’accoglienza diffusa. Indicando proprio nell’edificio dell’ex-Creaf di Prato un possibile luogo da trasformare in un centro di accoglienza straordinaria. Uno spazio, spiega il quotidiano diretto da Minzolini, «che in origine nacque come “incubatore” di start up avveniristiche, per un progetto mai decollato in toto». E uno stabile che, negli ultimi due anni di pandemia e vaccinazioni di massa, l’amministrazione locale ha adibito a centro vaccinale. Pertanto, venuta meno la fase emergenziale legata alla pandemia e alle sue recrudescenze, a detta del governatore Giani la struttura di proprietà della Regione potrebbe tranquillamente essere riadattata come Cas, se non addirittura come Cpr.

Guerra aperta tra il governatore Giani e il sindaco di Prato Biffoni

Così, al netto delle reazioni possibili e immaginabili, Giani non solo lancia sul tavolo la sua proposta. Ma non si preoccupa nemmeno di avvisare il sindaco della citta coinvolta nel progetto, che ha quel punto rovescia la scrivania prima ancora si sedersi per parlarne. Non solo. Al quotidiano La Nazione il governatore dichiara pure: In Toscana, per affrontare il problema degli immigrati con quello che è il principio dell’accoglienza, prima di tutto non possiamo pensare di fare le gare al massimo ribasso con cifre risibili per la gestione dei Cas. Nei giorni scorsi ho sentito il prefetto, che mi ha spiegato che a tale scopo si potrebbe adattare il Creaf. Abbiamo ragionato sul come e perché potrebbe adattarsi. Ma non può restare un gioco di rapporti individuali».

Accoglienza migranti a Prato: la proposta del governatore, la replica stizzita del primo cittadino

Il dado sembra tratto. Oltretutto a dispetto anche di Fratelli d’Italia che, in risposta alla proposta di Giani, non ha mancato di ricordare – segnala sempre Il Giornale – come proprio «poco tempo fa la giunta regionale avesse anticipato l’idea di trasformare l’ex-Creaf in un ospedale di comunità». Fatta dunque la tara a polemiche, promesse disattese e annunci precipitosi, il sindaco di Prato messo alle strette insorge. E dichiara apertamente stizza istituzionale e personale. Asserendo netto: «Forse (Giani ndr) non ha idea di cosa sia il modello toscano e pratese, dove l’accoglienza si fa in piccoli spazi e con piccoli nuclei. E non in luoghi enormi come l’ex Creaf, che diventerebbe un altro Cas». Concludendo risentito: «L’idea è del presidente e l’immobile è della Regione, quindi possono fare come credono. Ma prendo atto, siccome con me non ne ha mai parlato, del rispetto del presidente della Regione per questa città»… Il vaso è rotto, insomma. E i cocci, tanto per cambiare, sono tutti in casa Pd.

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