Due spagnoli condannati per il furto della statua romana dalla villa di Roberto Benigni
Due condanne e oltre quindici assoluzioni a Roma nell’ambito del processo legato al furto e traffico di opere d’arte avvenuti in ville e residenze nobiliari, tra le quali una statua romana del II secolo trafugata nel 2010 dalla villa sull’Appia Antica di Roberto Benigni e sua moglie Nicoletta Braschi. La decima sezione del tribunale di Roma ha condannato a 4 anni e mezzo l’antiquario catalano Jaume Peix Bagot, che secondo l’accusa aveva acquistato l’opera e a 3 anni un altro imputato spagnolo. L’armonia dei ricchi panneggi della Musa Calliope, statua romana in marmo del II secolo d.C., era un bottino ghiotto per i trafficanti di opere d’arte.
La statua romana di Benigni fu ritrovata in Spagna
La statua, dopo alcuni anni venne ritrovata in Spagna dai Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e riaffidata all’attore premio Oscar. Il giudice ha disposto la confisca e la restituzione di tutte le opere sottratte dall’organizzazione, oltre a un risarcimento di 20mila euro per Benigni. Alcuni ‘colpi’ furono messi a segno anche a Villa Torlonia, Palazzo Giustiniani Odescalchi e i giardini di Villa Pamphili, Villa Borghese, Villa Medici e del palazzo Vitelleschi.
”Vanno fatti i complimenti ai carabinieri per il lavoro svolto in una indagine complessa che ha coinvolto anche le autorità spagnoli e tedesche – afferma l’avvocato Michele Gentiloni Silveri, legale di Benigni e Braschi -. La sentenza di oggi ribadisce che la scultura trafugata tornerà al suo legittimo proprietario”.