Dopo dubbi e diatribe, la casa natale di Hitler in Austria diventa un centro di formazione per la polizia
Alla fine di una accesa contesa giudiziaria, e dopo tanti dubbi sulla sua destinazione d’uso. Al termine di timori e dubbi, sondaggi sull’opinione pubblica e dibattiti social, la casa natale di Adolf Hitler, nella cittadina austriaca di Braunau am Inn, diventerà un centro per la formazione della polizia sui diritti umani. La decisione delle autorità austriache mette fine a una lunga saga sull’utilizzazione dell’edificio del 17esimo secolo, dove il leader nazista nacque nel 1889. Il progetto, che comprende anche una stazione di polizia, costerà 20 milioni di euro. E la sua realizzazione sarà avviata in autunno.
La casa natale di Hitler sarà un centro di formazione della polizia sui diritti umani
La lunga diatriba sulla destinazione d’uso più consona
In un recente sondaggio la maggior parte degli austriaci si è espressa contro la scelta della stazione di polizia, con il 53% a favore di farne un centro dedicato ai temi dell’antinazismo, della tolleranza e la pace. Oggi il dibattito si chiude con la decisione di convertire l’edificio in un centro d’addestramento per la polizia, che si trova in una città al confine tra Austria e Germania, i cui lavori dovrebbero cominciare in autunno ed essere conclusi entro il 2025.
La struttura usata anche come centro per i disabili
Da tempo il palazzo, dove in realtà la famiglia di Hitler risiedette per poco tempo, è al centro di una polemica su quale debba essere il suo utilizzo tra chi voleva abbatterlo proprio in nome della testimonianza del passato storico che rappresenta. E chi si dimostrava titubante all’idea che l’operazione potesse apparire come la concreta affermazione del desiderio di rinnegare il passato del Paese. La palazzina, nel frattempo – che come riferisce l’Ansa, «è stato usata anche come centro per i disabili» – è stata gestita dal governo austriaco.
La casa natale di Hitler, dalla contesa giudiziaria all’esproprio
Non solo. A causa del rifiuto dell’ex proprietaria dell’edificio, Gerlinde Pommer, di ristrutturarlo e cambiarne l’aspetto, così che non fosse più associato al ricordo di Hitler, già nel 2016 lo Stato aveva tentato di espropriarlo. Solo nel 2019, però, la Corte suprema ha messo la parola fine alla questione, respingendo il ricorso di Pommer contro l’indennizzo di 812 mila euro stabilito per l’espropriazione della struttura, che la donna riteneva inadeguato. Da oggi la palazzina in stile Biedermeier potrà essere definitivamente separata dal ricordo del Fuhrer.
Casa di Hitler in Austria, dubbi, sondaggi tra l’opinione pubblica e i contenziosi giudiziari
Hitler nacque in un appartamento in affitto all’ultimo piano della palazzina. Malgrado vi avesse vissuto solo per pochi mesi, il regime nazista ne aveva fatto un luogo di pellegrinaggio politico. Poi, dopo la guerra, la casa fu per un certo tempo murata. I successivi governi austriaci hanno cercato in vari modi di impedire che quella struttura diventasse un'”attrazione turistica”, e vi è stata una lunga controversia giudiziaria con i proprietari. Nel 2011, l’ultima proprietaria ha lasciato l’abitazione. Ma solo nel 2016 il governo è riuscito ad espropriare definitivamente l’edificio.