1° maggio, Suor Monia: con il lavoro l’uomo perfeziona se stesso. E ai giovani dice: siate umili, un po’ di gavetta fa bene

1 Mag 2023 12:46 - di Redazione
Suor Monia Alfieri

Lavoro e primo maggio riletti al di là di sterili recriminazioni e polemiche strumentali: è quanto arriva da un’intervista che Suor Anna Monia Alfieri ha rilasciato all’Adnkronos, sia in veste di religiosa, che in quota di Cavaliere al Merito della Repubblica. Una disamina lucida che, in molti punti, coincide con la linea in corso di attuazione da parte del governo in carica. «La dimensione del lavoro è fondamentale per ognuno di noi. Lavoro dipendente, autonomo, casalingo. Si tratta sempre del mezzo con il quale ogni persona si realizza, trova il proprio posto nella società, contribuisce al bene proprio e degli altri», esordisce allora l’intervistata. Poi, a stretto giro aggiunge anche: «Certamente, lo sappiamo, non è sempre così: lavoratori non rispettati nei loro diritti, disoccupati, lavoratori precari. Il 1° maggio ci ricorda tutto questo. Ci ricorda la piena o mancata realizzazione della persona».

Suor Monia Alfieri sul senso profondo della festa che si celebra oggi

Una mancanza di realizzazione che certo non può essere soddisfatta da un sussidio di Stato a vita, che non garantisce lavoro e non rispetta la dignità professionale che spetta a qualunque lavoratore, di ogni ordine, grado e sesso. «Chi mi conosce sa che non amo le divisioni di genere nella battaglia dei diritti – approfondisce il concetto Suor Monia Alfieri –.  Tuttavia non posso non ricordare che spesso l’accesso al mondo del lavoro per le donne non gode delle stesse garanzie di quanto avviene per gli uomini. Purtroppo troppo spesso la maternità non è tutelata – sottolinea –. Certe posizioni sono assegnate solo a lavoratori uomini. La donna lavoratrice non può contare su di un welfare sociale fatto di asili nido gratuiti o di altri interventi. Il mancato riconoscimento del diritto alla libertà di scelta educativa lede, inoltre, anche questa realtà. Una scuola pubblica paritaria che offre un servizio di assistenza allo studio sino alle 18:00 non può essere scelta perché per quella scuola occorre pagare una retta».

Un ponte di raccordo tra scuola e mondo del lavoro

E ancora. «Occorre, inoltre, creare un legame diretto tra scuola e mondo del lavoro, tra scuola e tutti gli attori economici presenti sul territorio: biblioteche e musei per le scuole dei nostri centri storici. Aziende del made in Italy per le scuole di provincia». Non solo. A detta della religiosa occorre anche «creare un contatto diretto con le grandi realtà del turismo, della valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Tutte realtà sulle quali la nostra economia può essere costruita. Ricordare il 1° maggio significa, da una parte, trovare strategie per aumentare le opportunità di impiego. Dall’altra garantire a tutti la possibilità di accedervi», evidenzia.

Suor Monia Alfieri, l’appello ai giovani: avvicinatevi al mondo del lavoro con umiltà. Un po’ di gavetta fa bene a tutti!

Infine, Suor Monia Alfieri conclude la sua disamina con un appello rivolto ai giovani, invitandoli «ad accostarsi al mondo del lavoro con umiltà e attenzione – prosegue la religiosa – con disponibilità di mente e di cuore. Un po’ di gavetta fa bene a tutti! Dall’altra invito i datori di lavoro ad offrire ai nostri ragazzi vere opportunità di apprendimento, nel rispetto e nella serietà dei rapporti. Scuola e mondo del lavoro sono uniti anche in questo: nel formare e nell’essere formati. È sempre stato così: dalla bottega artigiana del Medioevo alla grande industria della nostra epoca, in un passaggio di conoscenze e di pratiche che ha fatto grande il nostro Paese». Un punto, questo, che collima con il lavoro di rinnovamento e rilancio che il ministro Valditara sta portando avanti dal primo giorno del suo insediamento a Viale Trastevere.

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