Svezia, arrestate 5 persone collegate al terrorismo islamico: stavano progettando un attentato

4 Apr 2023 14:44 - di Redazione

Cinque persone vicine al terrorismo di matrice islamica sono state arrestate oggi in Svezia dai servizi segreti svedesi per aver pianificato un attacco terroristico in risposta alle azioni del politico di destra Rasmus Paludan, che aveva bruciato una copia del Corano durante una manifestazione a Stoccolma.

Contestualmente sono state effettuate numerose perquisizioni domiciliari.

L’indagine preliminare è condotta dalla polizia di sicurezza, la cosiddetta Sapo, sotto la direzione dei pubblici ministeri presso l’Unità di sicurezza nazionale.

I servizi segreti svedesi del Sapo, il Säkerhetspolisen sottolineano, tramite un comunicato che “l’operazione è stata condotta grazie a un lavoro intenso da parte dell’intelligence e della polizia” nelle località di Eskilstuna, Linkping e Strangnas.

Inoltre gli 007 svedesi hanno aggiunto che “i sospettati sono legati a una rete terroristica con sede in Svezia” e che comunque “un attentato non era imminente”.

Il numero due del dipartimento antiterrorismo, Susanna Trehorning, ha spiegato che la polizia è intervenuta in maniera preventiva per evitare il pericolo: “Non possiamo aspettare che avvenga un crimine prima di agire”.

Il caso attuale è uno dei tanti su cui la Sapo ha lavorato dopo le proteste dirette contro la Svezia in relazione al rogo del Corano” avvenuto “a gennaio” spiega ancora la Trehörning, che è vice capo di antiterrorismo presso la Polizia di Sicurezza.

La Säpo ritiene che gli arrestati abbiano collegamenti internazionali con l’estremismo islamista più violento.

Intanto la magistratura svedese ha ordinato di annullare la decisione presa dalla polizia che impedisce di bruciare il Corano durante le manifestazioni delle settimane scorse in Svezia fatte per protestare contro la Turchia, che chiede l’arresto di militanti curdi presenti sul proprio territorio come condizione per il via libera all’adesione di Stoccolma alla Nato.

Secondo quanto stabilito dalla Corte amministrativa d’appello della Svezia, la polizia “non aveva base sufficiente per questa decisione”, tenuto conto che le minacce invocate per vietare questi gesti “non erano sufficientemente concreti o legati alle manifestazioni in questione”.

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