Sangiuliano al Festival di Parigi, Sgarbi polemico: 21 anni fa ci aggredirono, oggi siamo ancora qui
“Sono un convinto assertore della civiltà e del valore del libro”. A ribadirlo è il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo al Festival du Livre a Parigi dove l’Italia è il Paese ospite d’onore. Il titolare del Mic sottolinea poi “la profondità e la continuità delle relazioni tra Italia e Francia, unite in un intreccio storico e culturale indissolubile”.
Un legame di cui il ministro ha ripercorso alcune tappe, tra cui l’esposizione degli impressionisti francesi, organizzata nel 1910 a Firenze, ricordando che “i giornalisti di allora dissero che quelle opere non erano arte e sbagliarono. Questo ci insegna la Cultura: ad aprire la mente e volgere lo sguardo sempre un poco oltre la linea del visibile. Un invito e augurio che voglio riproporre oggi in occasione del primo giorno di questa importante manifestazione”, aperta oggi e che si chiuderà domenica.
Presenti alla cerimonia d’apertura, con il ministro Sangiuliano, anche l’ambasciatrice d’Italia a Parigi Emanuela D’Alessandro, il direttore di Ita-Parigi Luigi Ferrelli, il presidente del Syndacat National de l’Edition Vincent Montagne, il presidente dell’Aie, l’Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi e il sottosegretario al ministero della Cultura Vittorio Sgarbi, che ha illustrato il dipinto ‘Tolomeo II discute la traduzione in greco del Pentateuco con gli studiosi ebrei‘ del pittore Giovani Antonio Galli detto lo Spadarino, esposto per l’occasione nel padiglione italiano.
Sgarbi ha commentato sui social la sua partecipazione al Festival di Parigi: “21 anni fa – ha scritto – ero al Festival del Libro di Parigi. Allora il Governo si ritirò dal salone in seguito alle contestazioni contro il governo di Silvio Berlusconi. Ci fu un’aggressione dei centri sociali. Fummo aggrediti come fascisti. Ma non siamo e non fummo mai un governo fascista. Essere qui oggi è per me una sorta di vendetta, sono l’unico sopravvissuto di quel governo.… I governi vengono eletti dai popoli. I popoli scelgono magari anche sbagliando ma hanno scelto e noi siamo ancora qui. In realtà quella rissa con il ministro della Cultura dell’epoca, Catherine Tasca, portò ad un gran successo. Vendemmo il 30% di libri in più: spero che quest’anno riusciremo a venderne altrettanti anche senza fare la guerra”.