Nuovo processo contro Trump. Lui: senza di me i repubblicani si sarebbero estinti

17 Apr 2023 20:45 - di Redazione

Battagliero, ironico e per nulla intenzionato a mollare la presa o a piegarsi di fronte all’incredibile offensiva mediatico-giudiziaria scatenata contro di lui dalla sinistra americana, Donald Trump infervora la platea di 200 finanziatori che, a porte chiuse, lo ascoltano a Nashville dove spiega che, senza di lui, “il partito repubblicano aveva una buona possibilità di estinguersi”.

Trump si è vantato di aver cambiato e rivitalizzato un partito, fino ad allora noto per le guerre all’estero, i tagli alle pensioni e le amnistie per gli immigrati irregolari, affermando che, per questo, vincerà la nomination nel 2024 per tornare alla Casa Bianca.

I giornalisti del Washington Post hanno cercato in tutti i modi di sapere cosa avesse detto Trump ai 200 finanziatori nel suo discorso pronunciato nel weekend a Nashville e sono riusciti ad ottenere l’audio nel quale si sente Trump rivendicare la sua supremazia nei sondaggi sugli altri candidati alla nomination: “Nikki Haley si sta impegnando moltissimo per il 4%”, ha ironizzato. E si è vantato del successo e dell’entusiasmo che suscita nelle sue apparizioni pubbliche: ”la gente che è con me non ha mai visto nulla del genere”.

Parlando poi delle prossime elezioni, Trump, che nel 2020 aveva fatto una battaglia, prima e dopo le elezioni, contro il voto in anticipo e per posta, si è, a sorpresa, dichiarato a sostegno di questa modalità di voto: “il nostro obiettivo è votare un solo giorno e solo con schede cartacee, ma fin quando non arriverà quel giorno, i repubblicani devono competere con ogni mezzo per vincere. E questo significa travolgere la sinistra con voti per posta, voti in anticipo e voti dell’Election Day”.

Intanto Trump si prepara ad affrontare, il 25 aprile prossimo, un altro processo intentato dalla giornalista Jean Carroll giacché un giudice federale di New York non ha accolto la sua richiesta di rinviare l’inizio del dibattimento a suo carico per aggressione sessuale e diffamazione, confermando la data.

La scorsa settimana gli avvocati dell’ex-presidente avevano presentato un’istanza in cui si chiedeva un rinvio di almeno un mese per permettere di “raffreddare” l’atmosfera mediatica, dopo la grande attenzione rivolta all’arresto e incriminazione del tycoon, sempre a New York, per il caso legato alla vicenda Stormy Daniels.

Secondo gli avvocati di Trump questa atmosfera rischia di influenzare i giurati che dovranno decidere delle accuse che la giornalista Jean Carroll ha mosso all’ex—presidente, affermando di essere stata violentata da lui in un camerino di un grande magazzino newyorkese a metà degli anni novanta.

La donna ha anche denunciato Trump per diffamazione per il modo in cui ha negato la veridicità delle accuse, sostenendo che lei “non era il suo tipo” e sostenendo che le aveva mosse solo per fare pubblicità all’uscita di un suo libro.

Il giudice Lewis Kaplan però non ha ritenuto accettabili gli argomenti della difesa di Trump, affermando che è “solo una supposizione” che l’attenzione attorno all’incriminazione, sempre per un caso che ha al centro “un comportamento sessuale”, possa influenzare la giuria, che verrà selezionata a partire da martedì prossimo.

Inoltre il giudice ha ricordato come siano state proprio “le azioni dello stesso Trump” a provocare “in modo significativo” la grande attenzione”: “non va bene che il signor Trump prima del processo promuova pubblicità – scrive riferendosi a tutti gli appelli fatti per settimane sul rischio di un suo arresto – e poi sostenga che questa copertura mediatica che lui ha promosso sia pregiudizievole per lui e debba provocare un ulteriore rinvio”.

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