Migranti, il ministro tunisino: “Il governo Meloni ci sta sostenendo tantissimo. Ma dalla Ue pochi fondi”
«Il Governo di Giorgia Meloni ci sta sostenendo tantissimo. Ma sia con l’Italia che con l’Europa dobbiamo allargare la cooperazione al di là dei migranti. La Tunisia ha tante potenzialità: creiamo qui e nei Paesi subsahariani le condizioni per uno sviluppo vero». Parla chiaro, Nabil Ammar, 57 anni, ministro degli Esteri tunisino dallo scorso 7 febbraio. La linea è in piena sintonia con la strategia indicata dal premer, che è stata la prima ad indicare l’emergenza. «Sbloccare i finanziamenti per aiutare la Tunisia, nazione amica, in un momento di difficoltà» è la priorità del governo, spiegano a Palazzo Chigi dopo la cabina di regia.
Il ministro degli Esteri tunisino Nabil Ammar ringrazia il governo
Per gestire i flussi dei migranti clandestini verso l’Europa, la Tunisia sta impiegando tutte le risorse e i mezzi a sua disposizione. “Ma questi non sono illimitati, tanto più che stiamo attraversando un periodo di difficoltà per l’economia e le finanze pubbliche. Di più non possiamo fare”, dice il ministro tunisino. Aggiunge in un’intervista a Repubblica: «Abbiamo bisogno di finanziamenti e di materiale. La Tunisia ha ricevuto molto meno fondi europei per finanziare questa battaglia di altri Paesi, come la Turchia ma anche l’Italia stessa».
L’arrivo massiccio di migranti dalla Tunisia era stato ampiamente dal governo Meloni e lo aveva messo sotto i riflrttori internazionali durante il consiglio europeo del 27 marzo. Cosa sta succedendo nel Paese?
Per gestire i flussi dei migranti la Tunisia rischia il default
«A emigrare da qui non sono solo i tunisini, la maggior parte provengono dai Paesi subsahariani – risponde il ministro degli esteri tunisino- .
La Tunisia è un Paese di passaggio, presa come in una morsa tra il suo Sud e il suo Nord. Abbiamo imbarcazioni e mezzi operativi che sono stati donati dai Paesi europei, Italia compresa, per intercettare questi migranti. Ma non sono sufficienti e in certi casi ormai sono vecchi».
La Tunisia è al collasso dal punto di vista economico. E in una fase in cui rischia il default. Ad ottobre l’Fmi aveva dato un primo accordo a un prestito da 1,9 miliardi di dollari. Ma il via libera definitivo non è mai arrivato. E’ questo il nodo.
Nabil Ammar incontrare Tajani la prossima settimana
“Il Fondo esige certe condizioni. Noi vogliamo riformare il nostro Paese ma non si possono imporre riforme drastiche e da realizzare su un breve periodo. Dobbiamo pensare alla giustizia sociale, altrimenti ci saranno ancora più tunisini che emigreranno clandestinamente. Stiamo negoziando con l‘Fmi». E’ proprio su questo aspetto che il governo italiano sta lavorando. La prossima settimana il ministro Nabil Ammar andrà in visita a Roma a incontrare il ministro degliEsteri, Antonio Tajani. «Il governo di Giorgia Meloni ci sta sostenendo tantissimo. Ma sia con l’Italia che con l’Europa dobbiamo allargare la cooperazione al di là dei migranti. La Tunisia ha tante potenzialità: creiamo qui e nei Paesi subsahariani le condizioni per uno sviluppo vero». Il governo è impegnato al massimo su questo fronte: “Pur nella difficoltà del quadro, sulla Tunisia si registrano progressi sia da parte degli Stati Uniti che dell’Unione europea, grazie anche all’impegno italiano”, informa Palazzo Chigi dopo la cabina di regia.