Meloni, sfida a tutto campo dopo i primi sei mesi di governo: dai migranti al Pnrr, al Mes

21 Apr 2023 9:14 - di Gabriele Alberti
Meloni

Sono sei mesi che Giorgia Meloni guida il governo di centrodestra e con il Foglio f un lungo ragionamento, un bilancio dei primi 180 giorni a Palazzo Chigi. Era il 21 ottobre del 2022. Nel lungo colloquio con Claudio Cerasa il premier esordisce sull’immigrazione: «Il problema della frontiera sud non è solo dell’Italia, ma dell’intera Europa- afferma ribadendo un allarme che lei per prima aveva segnalato: “La situazione in Tunisia mi preoccupa ogni giorno che passa, ha bisogno di una risposta urgente: i servizi ci dicono che una potenziale ondata di 900 mila persone si prepara a sbarcare sulle coste dell’Europa». E quindi: «La nostra diplomazia è impegnata con determinazione in tutte le sedi diplomatiche. Va sbloccato il finanziamento di 1,9 miliardi del Fondo monetario internazionale alla Tunisia, devono muoversi l’Unione europea e la Banca mondiale».

Migranti, Meloni: “Problema geopolitico, serve una nuova politica Ue”

Altro aspetto fondamentale trattato dal Presidente del consiglio è la la segnalazione che “L’immigrazione non è un tema ‘a parte’ rispetto al quadro geopolitico. Il conflitto in Sudan, la presenza del gruppo Wagner in Africa- come ha ricordato il Presidente Mattarella- sono un altro capitolo della ‘lunga guerra’ tra potenze vecchie, nuove, emergenti”. Come risponde l’Europa a questo quadro geopolitico: “L’Unione europea -rivendica la premier- ha dato una prima risposta alle nostre analisi e proposte: in soli due Consigli a Bruxelles, quello del 9 febbraio e quello del 23 marzo, siamo riusciti a far cambiare paradigma. Noi abbiamo chiuso l’era in cui l’Italia taceva: rivendichiamo il nostro ruolo attivo. E chiediamo che anche gli altri Stati costruiscano con noi una nuova politica migratoria europea”. E’ un tema che riguarda tutti prendere atto del problema e decidere come affrontarlo. Il suo governo si sta spendendo in tal senso: “Per questo stiamo lavorando a un ‘Piano Mattei’ per l’Africa e lo mettiamo sul tavolo delle azioni concrete: un modello di cooperazione non ‘predatorio’ che dia la possibilità alle nazioni africane di cogliere con il nostro aiuto le grandi opportunità che derivano dalle loro risorse”.

Migranti, Meloni: i tre punti in cui l’Europa deve impegnarsi

Per la premier sono “tre” i “punti in cui l’Unione europea deve impegnarsi. Primo: l’ “Ue deve dar vita a un’operazione navale e aerea per la sorveglianza del Mediterraneo centrale e orientale e il contrasto dei trafficanti di esseri umani; in stretto coordinamento e appoggio con i paesi di partenza, che a loro volta devono essere dotati di tutti i mezzi necessari per stroncare la tratta. A questa nuova politica di messa in sicurezza delle frontiere esterne dovrà accompagnarsi una gestione comune dei rimpatri delle centinaia di migliaia di irregolari presenti sul territorio europeo”. “Secondo punto: l’Ue deve disporre di una robusta capacità finanziaria per gli investimenti economici nel continente africano. I finanziamenti -spiega Meloni- dovranno essere erogati sulla base di accordi vincolanti, misurabili per obiettivi e risultati: prima di tutto con gli Stati che sono oggi le basi di partenza dei migrantie; con i Paesi più poveri che hanno bisogno di aiuto immediato: cooperazione virtuosa in cambio di impegno a combattere l’immigrazione illegale”.

“Il governo continuerà a contrastare i trafficanti di esseri umani”

“Terzo punto: una presenza capillare dell’Europa nella formazione, istruzione e ricerca per i giovani del continente africano: l’apertura concreta alla partecipazione delle donne alla vita delle istituzioni; la crescita culturale e consapevole dei diritti (penso anche al grande tema della libertà religiosa in Paesi in cui ancora si muore perché cristiani) e dei doveri di ogni essere umano che costituisce il patrimonio più grande dell’Africa”. Ancora: “Il  governo italiano continuerà a contrastare i trafficanti di esseri umani, salvando vite in mare; promuovendo gli ingressi legali e accogliendo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale. Costruendo un futuro in Africa“. “L’immigrazione – ha aggiunto- è un fenomeno che va regolato, non possiamo permettere che siano i trafficanti a scegliere chi arriva in Italia. Sono loro i primi nemici di chi può trovare accoglienza e ricostruire la propria vita in Italia”, ha spiegato Meloni nell’intervista di ben due pagine che il Foglio dedica al premier.

Il Pnrr è una sfida per tutti, priorità è non perdere soldi”

Si passa a temi economici e al lavoro che il governo sta facendo per il Piano nazionale di Ripresa e resilienza:  “Il Pnrr è una sfida per tutti e ha una priorità principale rispetto a tutte le altre: non perdere soldi. Lo abbiamo ereditato dai precedenti governi e il tentativo di mettere sulle spalle del mio esecutivo il peso di scelte sbagliate e ritardi ha il fiato corto. Gli italiani sanno benissimo come stanno le cose”, ha detto a proposito di  un piano che “soffre degli stessi problemi di altri strumenti concepiti prima del cambio dello scenario geopolitico. Siamo in un’economia di inflazione alta, rialzo dei tassi e guerra, non più di emergenza post pandemia”. In merito alla revisione del Pnrr, Meloni spiega che “il negoziato è in corso” e che è “evidente che alcuni strumenti dell’Ue vadano aggiornati alla luce del nuovo scenario geopolitico”.

Il Mes e il Patto di Stabilità

E sullo strumento di salvataggio degli Stati da approvare Meloni tiene il punto: «Questa è la linea del mio governo. Far proprio uno strumento obsoleto non mi pare un’operazione lungimirante. Sono cose che condividono anche altri stati che hanno ratificato il Mes. Per l’Italia è una questione di obiettivi, di merito e sostanza, non di forma». Mentre il Patto di Stabilità « deve essere dinamico, flessibile, dare la possibilità di liberare il potenziale di ogni nazione in un mercato unico europeo. Che, tra l’altro, non può sopravvivere agli attuali squilibri fiscali». La delega fiscale invece «è uno strumento di entrata in un mondo nuovo: l’obiettivo è talmente semplice da apparire rivoluzionario: dare al fisco una dimensione di equità e certezza».

Pieno sostegno all’Ucraina: “Le alleanze non sono un pranzo di gala”

Ribadisce il sostegno forte e convinto all’Ucraina: “L’Italia fa parte della Nato dal 1949, ha aderito alla Carta delle Nazioni Unite nel 1955; è stato fondatore dell’Unione europea. La nostra partecipazione alle istituzioni internazionali non è un pranzo di gala, sono impegni presi con i cittadini italiani che pagano le tasse e votano: sono azione politica. In Ucraina – aggiuunge-è in gioco non un’astratta libertà, ma quella dell’Europa, i nostri confini materiali e ideali sono minacciati dalla guerra d’aggressione della Russia”. “Chi parla genericamente di pace -insiste il presidente del Consiglio- dimentica che c’è la guerra; ignora la realtà sul campo di battaglia, non è mai stato in Ucraina –dove sono andata: e ho visto con i miei occhi la devastazione, il dolore, il lutto, l’orrore, l’eroismo e la speranza di chi vive ogni giorno come se fosse l’ultimo. Democrazia e libertà sono la conquista di ogni giorno. E il Governo dell’Italia che ho l’onore di guidare può e deve essere protagonista”.

 

 

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