Lgbt, il Parlamento Ue ci paragona all’Uganda: l’ultima vergogna anti-italiana targata sinistra

20 Apr 2023 17:00 - di Eleonora Guerra
lgbt ue

Lo hanno rifatto: nuovamente sono andati in Europa a denigrare l’Italia pur di attaccare il governo. E nuovamente la pulsione anti-italiana della sinistra si è manifestata sul tema dei diritti delle persone omosessuali, stavolta con un emendamento a una risoluzione che di fatto paragona il nostro Paese all’Uganda. La risoluzione in votazione al Parlamento europeo, riunito a Strasburgo, era contro la nuova legge ugandese che estende la già esistente persecuzione dei gay, prevedendo il carcere per chi anche solo si dichiara tale. A questa risoluzione Ue è stato aggiunto un emendamento che condanna l’uso della «retorica» contro la comunità Lgbt in Ungheria, Polonia e Italia. L’emendamento è passato con 282 sì, 235 no e 10 astenuti.

L’emendamento Ue sui diritti Lgbt che mette sullo stesso piano Italia e Uganda

Il Parlamento, si legge nel testo approvato, «esprime preoccupazione per gli attuali movimenti retorici anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtiq a livello globale, alimentati da alcuni leader politici e religiosi in tutto il mondo, anche nell’Ue; ritiene che tali movimenti ostacolino notevolmente gli sforzi volti a conseguire la depenalizzazione universale dell’omosessualità e dell’identità transgender, in quanto legittimano la retorica secondo cui le persone Lgbt sono un’ideologia anziché esseri umani, condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell’Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia».

Procaccini: «Sempre il solito giochetto. Comportamento vile e disonesto»

«Il giochetto è sempre lo stesso: si tenta di utilizzare il Parlamento europeo e le giuste cause su cui combattere in ambito internazionale per infilarci dentro qualche trappola, da far votare per fini politici ed elettorali», ha commentato l’eurodeputato di FdI e copresidente del gruppo Ecr, Nicola Procaccini, che ha parlato di «comportamento vile e disonesto da parte delle sinistre europee che hanno strumentalmente inserito un emendamento per attaccare politici e governi italiani, ma anche di Polonia e Ungheria, sui diritti civili». Si tratta, ha aggiunto, dell’«ennesima grave scorrettezza di chi approfitta delle tragedie e delle reali violazioni dei diritti in diversi Stati per attaccare, senza alcun fondamento, l’Italia e il suo governo. Una manovra da parte delle sinistre, che tentano disperatamente di trovare spazi di consenso e che ha già tanti precedenti».

Gemma: «Una vergognosa strumentalizzazione»

Anche l’eurodeputata di Ecr-FdI Chiara Gemma ha sottolineato che «strumentalizzare le recenti vicende dell’Uganda e delle leggi discriminatorie sull’omosessualità, che prevedono addirittura la pena di morte, su cui naturalmente noi non possiamo che ribadire la nostra più ferma e totale condanna, tirando in mezzo l’Italia è una vergogna». «Solo pensare che nel nostro Paese esista la volontà di diffondere tale retropensiero da parte di alcuni leader politici – ha proseguito – viola qualsiasi regola del buonsenso e dell’obiettività. I fatti provano che l’operato quotidiano del nostro governo non ha mai favorito alcuna discriminazione basata sull’inclinazione sessuale».

La Lega: «Per fare propaganda, la sinistra banalizza un tema importante come i diritti»

Sono stati poi gli europarlamentari della Lega Marco Campomenosi e Marco Zanni a sottolineare come con questa manovra, portata avanti dal Pd e dai suoi alleati europei «al solo fine di attaccare gli avversari politici e di perseguire la propria agenda ideologica», la sinistra al Parlamento europeo sia finita anche per «banalizzare una tematica importante come i diritti, arrivando persino a paragonare l’Italia a un’autocrazia che impedisce le minime libertà democratiche come l’Uganda». Per i due eurodeputati, quindi, siamo davanti a una «follia». Oltre che alla conferma «di quanto questa sinistra abbia perso ogni contatto con la realtà». «Questa deriva ideologica mina seriamente la credibilità, già molto fragile, delle istituzioni europee: non possiamo condividere assurdità di questo genere», hanno concluso.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *