Il quotidiano del Partito comunista cinese dimentica Xi in un articolo: milioni di copie al macero
Milioni di copie del “Quotidiano del Popolo”, l’organo di stampa ufficiale del Partito comunista cinese, sono finite al macero dopo che per errore il nome del presidente Xi Jinping è stato omesso da un articolo. Secondo quanto riferito da fonti a Radio Free Asia, l’articolo incriminato era un corsivo a pagina 5 dell’edizione dal titolo “L’unità e la lotta sono l’unico modo per il popolo cinese di forgiare un’impresa storica”, nel quale si celebravano i “successi” della Cina sotto Xi. Quello che ha fatto scattare l’allarme è stata una frase in cui dopo la parola “compagno” non figurava il nome di Xi.
Il quotidiano del Partito comunista cinese nella bufera
«Il governo centrale con al centro il compagno valuta la situazione», si leggeva nella frase incriminata. L’errore risultava invece corretto nell’edizione online del quotidiano del Partito comunista cinese che recitava: «Il governo centrale con al centro il compagno Xi Jinping valuta la situazione». Nonostante l’ordine tassativo delle autorità di mantenere riservato il richiamo delle copie, alcune ore dopo è trapelata una nota interna che ordinava di sospendere le ulteriori consegne del giornale per la distribuzione nei chioschi e di richiamare immediatamente circa tre milioni di copie già spedite.
L’identità del giornalista non è stata rivelata
Secondo un ex redattore del turno di notte di un organo di stampa ufficiale cinese, l’errore ha causato la paralisi dell’intero apparato di propaganda ufficiale a causa dei timori per le potenziali ricadute. L’articolo in questione è stato scritto da un autore con lo pseudonimo di “Ren Ping” la cui identità non è stata rivelata. La punizione o meno dell’autore dipende dall’um0ore dello stesso Xi, ha sottolineato il redattore.
Regole rigide sui nomi e i titoli
Per evitare questo genere di errori, ha evidenziato Radio Free Asia, la bozza finale di qualsiasi articolo dei media ufficiali cinesi viene sottoposta ad almeno cinque editing prima di essere pubblicata. Ma nessuno in questo caso sembra aver colto l’errore. In Cina, i resoconti dei media ufficiali seguono regole rigide riguardo i nomi, i titoli e le posizioni dei funzionari e qualsiasi errore è considerato un incidente politico. Sotto l’ex presidente Mao Zedong, errori del genere hanno persino portato ad accuse di crimini controrivoluzionari e pesanti sanzioni. Molti giornalisti all’interno della Cina ipotizzano che Tuo Zhen, l’attuale direttore del Quotidiano del Popolo, possa essere epurato a causa dell’accaduto.