Il Male tra di noi: un nuovo intrigante “noir” della scrittrice rivelazione Cristina Stillitano

18 Apr 2023 14:24 - di Antonella Ambrosioni
Cristina Stillitano noir

Nella Roma immacolata della nevicata del ’56 fa la sua comparsa il Male. E il commissario Agostino Clodoveo vi si ritrova immerso fino al collo. Il caso che si trova davantoè inquietante e sfugge da tutte le parti. Un suicidio, forse un omicidio. Un dilemma in equilibrio sulla follia e la malvagità dell’animo umano che rischia di travolgere l’investigatore creato dalla penna di Cristina Stillitano, giornalista “convertita” al noir, nella nuova fatica “La giostra del perdono. “Ho sognato si uccidere per fuggire dal Male” confessa la protagonista al suo padre spirituale. Poco dopo morirà. Si dipana da qui una vicenda intricata, ricca di colpi di scena, giochi di specchi, dove nulla è come sembra.

Il nuovo libro di Cristina Stillitano, rivelazione del “noir” italiano

L’autrice,  dopo avere dato anima e corpo al suo investigatore dal temperamento ombroso e tormentato in libri pubblicati on line, ha ora spiccato il volo. Quattro  noir al suo attivo, tutti ambientati nella Roma anni Cinquanta descritta magistralmente negli umori, nello slang dei personaggi, nella cornice criminale del tempo. La serie di Clodoveo è stata premiata dai lettori di Amazon, che nel 2018 hanno posto il primo episodio ‘Cuore di passero ha la morte’ al vertice della classifica dei bestseller della categoria noir.  Successo replicato dal terzo episodio di Clodoveo ‘Andrai Tornerai Non Morirai’ che è stato il vincitore del premio letterario Amazon Storyteller 2021. Ora è la casa editrice Piemme a pubblicare la nuova avventura del commissario Clodoveo. Un anticonformista, un combattente, uno capace di calarsi nei meandri di animi malvagi, pronti a tutto per nascondere i propri inconfessabili segreti. Un detective molto poco Sherlock Holmes e molto somigliante al Maigret di Simenon, attento alla sostanza psicologica delle persone. “Si sentiva disarmato ogni volta che nelle indagini entrava il dolore”, scrive l’autrice del suo protagonista.

La fortunata serie del commissario Clodoveo iniziata on line

Cristina Stillitano è una vera rivelazione nel mettere in scena un dramma nero che si materializza per contrasto nel manto candido e inquietante della Roma del ’56. Pagine ricche di chiaroscuri, di personaggi, di secondi fini, di finzioni apparentemente inaccessibili. Clodoveo trova la chiave per scardinare il Male che fin dalle prime pagine aleggia nel romanzo. Un Male che prende forma in un baule rubato alla Stazione Termini, poi ritrovato misteriosamente sul treno Milano-Roma e quindi scoperchiato: c’è il cadavere di una signora romana, Clara Tebaldi, moglie di un potente e temutissimo esponente di quel mondo di “intoccabili” della città di allora, forse di sempre.

Inseguendo le vie del Male nella Roma della nevicata del ’56

Difficile venire a capo di questo omicidio. Complicato avere a che fare con il marito della vittima. Un intrigo difficile, dove si avvicendano altri cadaveri, suicidi, camuffamenti e scambi di persona orchestrati da una mente raffinatissima e crudele. Il tocco dell’autrice è magistrale nell’accompagnarci in una vicenda corale, tra  menzogne, mezze verità, reticenze. Quando si è sul punto di essere arrivati al nocciolo del caso, siamo poi rigettati nel buio più totale. Una storia avvincente che non va svelata ma scoperta poco a poco tra le pagine che tengono legato il lettore con sorprendente magnetismo. Una scrittura molto felice, che gioca sul mistero, sul non detto, sulle sensazioni e le rivelazioni improvvise.

Il commissario Clodoveo dall’animo di Maigret

Spicca la cornice che tiene legati tanti ”mondi”: la  Roma degli anni Cinquanta tra periferie dove si aggirano lambrette e monnezzari, preti e palazzinari. Tra questi si aggira Clodoveo alle prese anche con una battaglia sua personale che ce lo rende caro.  “La vendetta, l’avidità, la disperazione, l’amore. I motori di ogni delitto sono già dentro di noi” , ha dichiarato l’autrice in un’intervista a proposito dell’ispirazione letteraria. La Roma che ci descrive è figlia di ricordi d’infanzia nutriti da una pratica giornalistica che non ha impedito all’autrice di andare oltre la facciata delle cose, “leggendo” la realtà da una visuale misteriosa e intrigante. Una bella scoperta della nostra narrativa.

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