Il compagno Lula sempre più impresentabile, parla come Putin: “Anche l’Ucraina ha voluto la guerra”
Chissà se i piccoli fan italiani (nel Pd e nel M5s sono la maggioranza) di Lula da Silva si decideranno a prendere le distanze dal sempre più impresentabile presidente brasiliano, dopo le frasi chiaramente pro Putin, pronunciate in queste ora ad Abu Dhabi.
«Anche l’Ucraina, tanto quanto la Russia, ha deciso di andare in guerra: ora arrivare a una pace sarà”molto difficile». Lo ha dichiarato candidamente, ricalcando praticamente la posizione di Vladimir Putin, il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, nel corso della sua visita negli Emirati Arabi Uniti, ultima tappa di un lungo tour all’estero che ha avuto il suo momento principale nell’incontro con l’omologo Xi Jinping in Cina.
Lula sta con il despota Putin: la sinistra scelga con chi stare
«Entrare in una guerra è molto più facile che uscirne», ha sentenziato Lula. «La decisione l’hanno presa tutti e due Paesi. Ora stiamo cercando di costruire un gruppo di Stati che non abbiano alcuna implicazione nel conflitto, che non vogliano la guerra e che desiderino costruire la pace nel mondo, parlando tanto alla Russia quanto all’Ucraina”, ha insistito Lula. «Dobbiamo convincere le persone che la pace è la cosa migliore per avviare un qualsiasi processo di dialogo», ha aggiunto insistendo nel dire che la “pace è molto difficile” e che è necessario un gruppo di Paesi “neutrali”, simile ad un G20, per sostenerla. «È importante costruire un altro G20 per mettere fine alla guerra ed instaurare la pace, ci stiamo riunendo con diverse persone che preferiscono parlare di pace invece di parlare di guerra”, ha concluso sottolineando di aver presentato la proposta al presidente cinese Xi Jinping. Riguardo alle responsabilità in Ucraina, il presidente brasiliano ha sottolineato che né Volodymyr Zelensky né Vladimir Putin “prendono l’iniziativa per chiudere il conflitto”. In pratica senza fare distinzione tra invasore e Paese invaso. Inoltre, gli Stati Uniti «stanno contribuendo a continuare la guerra». Insomma, facendo il copia incolla delle dichiarazioni del Cremlino.
Nessuna parola di distinguo tra invasore e Paese aggredito, in perfetto stile da ex Unione sovietica. L’internazionale rossa Mosca-Pechino con l’acquiescenza del compagno Lula, lo stesso che negò l’estradizione del terrorista rosso Cesare Battisti, continua più spudorata che mai. Pd, M5s e sinistra italiana stanno a guardare muti. E imbarazzati.