Il caso Borgonovo: tutti zitti i progressisti che avevano versato lacrime per la compagna della Schlein
L’interessato, Francesco Borgonovo, non vuole parlarne e dice – giustamente – che sono “affari suoi”. Ma è accaduto che il suo presunto orientamento sessuale sia stato sbandierato sui social da un ex amico e giornalista, Massimiliano Parente, che in preda a isterica e feroce gaiezza, ha scritto: “Vi racconto una storiella…”. Per aggiungere poi delle confessioni di Borgonovo che aveva un tempo un compagno con cui stava tanto bene e faceva la “mogliettina”, prima che Belpietro lo trasformasse in un cattivone omofobo.
Dice: siamo di fronte a puro gossip che non vale la pena di commentare. Infatti non commentiamo i fatti di Borgonovo, che sono suoi e tali rimangono, e a cui in tanti hanno espresso solidarietà, compreso il presidente del Senato Ignazio la Russa. Quel che vale la pena di commentare, invece, è il viscido doppiopesismo della sinistra e dei media progressisti che fino a qualche settimana fa versavano lacrime sulla privacy violata della compagna di Elly Schlein mentre sul “caso Borgonovo” stanno zitti e muti perché nella loro mentalità ristretta, ottusa e faziosa un gay che non fa coming out va punito, deriso, accusato. Insomma “sputtanato”. Volete mettere la soddisfazione? Borgonovo è di destra, è bravo, è vicedirettore di un giornale, La Verità, parecchio odiato a sinistra, non fa parte della schiera dei corifei di Zelensky e dà voce da anni al fronte no vax. Perciò: colpire senza pietà. Mica ha una privacy, lui. Mica ha un diritto alla riservatezza.
Volete un esempio: così sull’Espresso si commentano le foto di Elly Schlein e Paola Belloni. Parlare della loro relazione è “violenza” per L’Espresso. “Questa giovane donna non aveva mai fatto quello che chiamiamo «coming out», non aveva mai detto pubblicamente «io amo le donne», «io amo questa donna». La compagna di Elly Schlein, come raccontato da Diva e Donna, viaggia addirittura su un vagone del treno diverso dal suo, è evidente la volontà di non essere ritratti insieme. Dire di sé, della propria intimità affettiva è un atto politico di grande valore che come tale va scelto: non possiamo agire «come se»”. A scrivere era Simone Alliva, militante Lgbtq+, il quale oggi a proposito di Borgonovo commenta: “Esiste l’outing come pratica politica del movimento Lgbtq+ dagli anni 70 del ‘900, prevede lo “sputtanamento” degli ipocriti non dichiarati che detengono potere politico -sia in cariche elettive o religiose, sia in grandi aziende o mezzi di informazione – e che denigrano o limitano i diritti di altre persone #lgbt“. Conclusione: contro Borgonovo, che non è fidanzato con un leader politico importante, si può. Contro la fidanzata di Elly Schlein non si può osare nemmeno un flash.
Serve altro per mostrare il loro cerchiobottismo che si nutre di risentimento e di pulsioni violente? Per non dire della propensione a fare la lagna che alberga in tutta la sinistra e di cui Borgonovo, che di sinistra non è, non si serve per fare la vittima.