Esposto di Unasam sul caso del paziente Bruno, che vive in una struttura con la museruola e le mani legate
“Nel 2020 ho presentato un esposto in Procura chiedendo che venisse fatta chiarezza sul caso di Bruno e verificare se fossero state tentate tutte le strade possibili della sanità, prima di arrivare alla coercizione con privazione della libertà”. Gisella Trincas, la principale attivista in Sardegna sui problemi legati alla salute mentale, spiega all’Adnkronos di essersi già attivata per la vicenda di Bruno, il paziente affetto da una patologia che lo porta a ingerire qualsiasi cosa e che nella struttura Aias di Cortoghiana (Carbonia) viene tenuto con le mani legate e un casco.
Il caso è stato segnalato da Irene Testa, Garante delle persone private della libertà personale per la Regione Sardegna, dopo un sopralluogo. “Per tutto il giorno Bruno è costretto a indossare un casco con la protezione davanti, praticamente una museruola, e le mani legate davanti – spiega all’Adnkronos Gisella Trincas, presidente dell’Unasam (Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale) -. Di notte viene ‘liberato’ per dormire da solo in una stanza completamente spoglia”.
La presidente dell’Asarp (Associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica) si è affidata alla Procura per sapere se per Bruno sia stato fatto il possibile. “L’Aias di Cortoghiana si occupa di lui da quando è bambino, adesso è un adulto costretto a vivere in una condizione che sarebbe inaccettabile anche per un animale – spiega la presidente Unasam -. Bisogna partire dalla storia delle persone prima di intervenire con metodi coercitivi: capire la storia e il vissuto e che cosa la sanità pubblica abbia fatto per evitare il peggioramento delle sue condizioni di salute”.
Col suo esposto del 2020 chiedeva di sapere come si fosse arrivati a questa terapia estrema per il paziente. “Come si può arrivare al casco e alle mani legate? Questo dovremmo chiederci – aggiunge Gisella Trincas all’Adnkronos -: Quali tentativi sono stati fatti? C’è stato un sostegno reale? Quante persone ha avuto vicino? Quante terapie messe in atto per aiutarlo? Bruno sta in quella struttura inserito da un servizio pubblico: è stato fatto il possibile? Casi di questo tipo sono stati trattati in modo umano da altre parti del Paese e sono stati risolti con cure mirate e personalizzate”.