Emiliano si fa tirare per la giacca dalla sinistra: ritira il sostegno per le donne che rinunciano all’aborto

23 Apr 2023 17:30 - di Chiara Volpi
aborto

Il ritiro dopo un iniziale ok di una delibera regionale pugliese per il sostegno economico di 5000 euro destinato a chi sceglie di rinunciare all’aborto, anima la solita canizza ideologica sinistra che, tirando per la giacchetta il governatore Emiliano, e attaccandosi a pretestuose speculazioni sul diritto all’autodeterminazione delle donne, ha fatto in modo di sospendere un aiuto concreto per chi, pur nella difficoltà, decide coraggiosamente di portare a termine una gravidanza. La misura, infatti, si affiancava a quelle che sostengono le famiglie nella conciliazione vita-lavoro. Nel pagamento delle rette per la frequenza dei nidi e dei servizi socio educativi per minori. E nella redazione di piani di Welfare aziendale da parte delle imprese. Un provvedimento di buon senso che avrebbe fatto sentire le istituzioni locali vicine ai cittadini e alle donne che vivono una situazione di disagio economico, sociale e personale.

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Dunque, dopo un bailamme andato avanti nelle ultime 48 ore, tra bizzarre richieste di confronto e di chiarimento, la delibera approvata nella giunta regionale della Puglia, ma non ancora pubblicata sul Bollettino ufficiale – che, ricordiamo, prevedeva un sostegno di 5 mila euro alle donne che rinunciano all’aborto – è stata ritirata. Uno stop annunciato dall’assessora al Welfare, Rosa Barone, che nel comunicare la sospensione del sostegno, ha pure precisato le finalità del provvedimento. E cioè «il supporto alle donne in condizioni di difficoltà, che hanno deciso di portare a termine la gravidanza. E che si rivolgono ai consultori. Ai Comuni. O alle strutture specializzate per ricevere un sostegno». Una specificazione che, non volendo, però ha reso ancora più enigmatica e incomprensibile la decisione varata.

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La delibera è stata sospesa, ha spiegato allora la Barone, «per avviare un confronto con tutte le realtà. Ripristinare la corretta informazione per non far diventare un tema così importante oggetto di attacchi strumentali». Resta da capire quali sarebbero, però, se non quelli ascrivibili alle rituali speculazioni ideologiche di una sinistra preoccupata fino all’inverosimile dallo spauracchio – più volte rinnegato e smontato dal governo – di possibili limitazioni alle norme che regolano il ricorso all’interruzione di gravidanza. Ma tant’è: e così, «in accordo con il presidente Emiliano, che non aveva partecipato alla seduta di giunta in oggetto – ha proseguito l’assessora Rosa Barone – abbiamo deciso di sospendere la delibera per garantire su un tema così rilevante la massima condivisione e corretta informazione».

Salvini: «Emiliano non si arrenda alla sinistra»

Non solo. In calce alle giustificazioni di rito, infatti, arriva anche l’ulteriore annuncio di «una serie di incontri per spiegarla e condividerla con associazioni, consiglio regionale e tutti gli attori interessati». Un caos, generato e maturato in seno alla giunta regionale pugliese, che ha coinvolto il governatore Emiliano, al quale – non a caso – il ministro Salvini ha deciso di rivolgere una sollecitazione a non deviare da una strada che portava nella direzione giusta. «Sostenere le donne che decidono di non abortire. E quindi aiutare la vita di bambine e bambini, è cosa buona e giusta. Come fa la sinistra a fare polemica anche su questo? Che la Regione Puglia di Emiliano non si arrenda, e prosegua su questa strada di inclusione. Sostegno e generosità. Evviva la vita!».

Le “giustificazioni” della giunta regionale e la bagarre della solita sinistra ideologica

Così, mentre anche il parlamentare della Lega, Davide Bellomo, parla di un «ennesimo grave errore di una sinistra ideologicamente perversa», viene da chiedersi: quanto costa alle donne in difficoltà e ai bambini, una sinistra che, tra demagogismo e slogan, si divide e divide sul sostegno a chi decide di dare alla luce un bambino? La risposta non può che essere netta: ben più che 5000 euro

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