Dopo Matteotti, i dem vanno sulla tomba di Gramsci dove sei anni fa Orfini fu duramente contestato (video)

27 Apr 2023 16:59 - di Redazione

Una delegazione del Partito democratico composta da Michele Fina, tesoriere nazionale e Marco Sarracino, della segreteria nazionale, si è recata oggi al cimitero acattolico di Roma per deporre un cuscino di fiori sulla tomba di Antonio Gramsci nell’anniversario della sua scomparsa. Che avvenne il 27 aprile del 1937 alla clinica Quisisana di Roma.

Qualche giorno fa Elly Schlein è andata a deporre fiori sul luogo del ritrovamento del corpo di Matteotti (socialista riformista) mentre ora il pellegrinaggio laico dei dem si sposta su Antonio Gramsci. la cosa fa un po’ sorridere nel giorno in cui apprendiamo che la segretaria del Pd cura la propria immagine affidandosi ad un’esperta di armocromia. Insomma bisogna imparare ad armonizzare i colori a sinistra, a mettere insieme il rosso delle lotte operaie con le cene a casa Baglioni e con le interviste a Vogue. Per non dire dell’arcobaleno delle battaglie Lgbtq+. Non è facile, e non lo è da anni.

Infatti sei anni fa, correva l’anno 2017, quando sulla tomba di Gramsci si presentò Matteo Orfini, all’epoca presidente Pd, ci fu una bella rissa verbale. Lì l’ignaro Orfini incrociò un gruppo di veterocomunisti, molto giovani, che diedero vita a un patetico dibattito sulla memoria del fondatore del Pci. A chi Gramsci? A noi che siamo ancora comunisti, urlò il ragazzo rivolto a Orfini. Quest’ultimo, benché imbarazzato e benché voglioso di mandare a quel paese il contestatore cimiteriale, si contenne e chiese rispetto per il luogo dove riposano, incolpevoli spettatori della querelle sui destini del comunismo, i poeti Keats e Shelley. Una scena locale, ma dal significato profondo al di là dell’involontaria comicità dei protagonisti costretti a contendersi le ceneri di Gramsci. Basterà, sei anni dopo, qualche seduta di armocromia per rimettere a posto il puzzle ideologico impazzito a sinistra?

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