Donzelli: “Il governo va avanti con coerenza: la sinistra non lo sopporta e monta polemiche”

3 Apr 2023 10:19 - di Redazione
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L’azione del governo e il suo gradimento, il rapporto con l’Europa, la presunta «svolta moderata». In una lunga intervista con La Verità il coordinatore di FdI, Giovanni Donzelli, compie una “operazione verità” a tutto campo sui principali dossier politici, sgombrando il campo dalla narrativa della sinistra. «La realtà è sempre diversa da come la descrivono», ha avvertito il deputato, sottolineando che «raccontano queste cose perché non sopportano la nostra coerenza».

Donzelli: «Altro che fine della luna di miele: la realtà è diversa da come la racconta la sinistra»

La macchina della disinformazione, ha commentato Donzelli, si è messa in moto nel momento stesso in cui il centrodestra ha vinto le elezioni. Nonostante il consenso della coalizione trainata da FdI abbia continuato a crescere, infatti, ripetutamente si è parlato della “fine della luna di miele”. Uno slogan che viene rilanciato anche di fronte a sondaggi che danno il partito intorno al 30%: si è fermato, è la tesi, quindi è finita la sintonia con gli italiani. Ma, ha ricordato l’esponente di FdI, di fine della luna di miele si è parlato per gli audio carpiti di Berlusconi, per la finanziaria, per gli sconti sulle accise. «Invece la realtà è sempre diversa da come la descrive la sinistra. La manovra è andata in porto, a livello internazionale siamo in prima fila, la coalizione è sempre più compatta e abbiamo contenuto i prezzi delle bollette. Quindi, per quanto mi riguarda – ha chiarito Donzelli – la luna di miele prosegue».

Nessuna “svolta moderata”: «Diciamo le stesse identiche cose della campagna elettorale»

Detto ciò, Donzelli ha chiarito che « siamo anche consapevoli che in questi cinque anni troveremo difficoltà, saremo chiamati anche a scelte impopolari, avremo incomprensioni con i sindacati». «Ma a noi non importa il consenso immediato, siamo qui per cambiare l’Italia», ha sottolineato, sgombrando anche il campo dall’idea della presunta “svolta moderata” di Giorgia Meloni. «Queste cose le racconta la sinistra perché non sopportano la nostra coerenza. Diciamo le stesse identiche cose della campagna elettorale. Hanno fatto tutto da soli, a sinistra: prima accusavano Giorgia Meloni di essere un mostro estremista, mentre oggi la accusano di essere cambiata. Semplicemente erano bugiardi loro quando la descrivevano come un mostro». Dunque, no, il governo non ha bisogno di “fare qualcosa di destra”, come domandato parafrasando Nanni Moretti da Federico Novella che firma l’intervista.

Il talento della sinistra per le polemiche

«Lo stiamo già facendo. Tutti i giorni l’opposizione chiede le dimissioni di un ministro o di un sottosegretario, e sa perché? Perché stiamo realizzando esattamente le cose che non piacciono a loro, senza tentennamenti», ha ricordando Donzelli, citando le misure sull’ergastolo ostativo, per aumentare il personale per le forze dell’ordine, gli aiuti sulle bollette energetiche, la riforma fiscale, l’abolizione del reddito di cittadinanza, «con buona pace della Cgil». «A sinistra sono bravi a montare la polemica», ha proseguito Donzelli, ricordando quanto sta avvenendo sull’utero in affitto, sul Mes, sul Pnrr, sulla commissione d’inchiesta Covid. Un atteggiamento dal quale il governo non si fa condizionare: «Siamo pronti a parlare con tutti, ma poi decideremo», ha detto il coordinatore di FdI, riferendosi in particolare al tema delle riforme.

Donzelli chiarisce perché è sbagliato dire che il governo ha accantonato il blocco navale

Il coordinatore dei FdI, quindi, si è soffermato sul tema dei migranti, ricordando che «oggi come ieri, ripetiamo le stesse cose: è necessario fermare i trafficanti di uomini, è necessario fermare le navi in partenza dalla Libia, è necessario garantire, ancor prima del diritto ad emigrare, il diritto a non emigrare». E il supposto accantonamento del blocco navale? «Quando Meloni va in Africa a parlare del piano Mattei, e si preoccupa di non abbandonare la Tunisia, è perché sta lavorando per una gestione dell’immigrazione che punta a bloccare le partenze delle navi. Poi, se una nave è già partita, è chiaro che non la puoi affondare con le persone sopra. Questo nessuno l’ha mai pensato».

Sui migranti l’obiettivo non è la redistribuzione, ma fermare le partenze

Anche sul tema della redistribuzione si assiste a un racconto fuorviante: «In realtà è la sinistra che ha sempre insistito sulla redistribuzione. Noi invece abbiamo sempre pensato che il primo obiettivo dell’Europa debba essere la difesa dei propri confini, tra cui quelli del Mediterraneo», ha chiarito Donzelli, ricordando i soldi dati alla Turchia per bloccare la rotta balcanica, «onde evitare dispiaceri alla Germania». «In quel caso l’Europa era consapevole dell’importanza delle frontiere: ciò che è valso per la Turchia dovrà valere anche per il Nord Africa, al fine di evitare le partenze dei migranti».

Verso un nuovo assetto europeo: «Puntiamo a liberare il Ppe dal legame con i socialisti»

Quanto alle crociate green europee Donzelli ha sottolineato che «continueremo a batterci. Non si risolve il problema dell’inquinamento mondiale aiutando la Cina a produrre ancora più auto elettriche, e chiudendo le fabbriche in Europa. Contiamo sul fatto che, dopo le prossime elezioni europee, nei palazzi comunitari possa tirare un vento nuovo. Ecco perché puntiamo a liberare il partito popolare dal legame con i socialisti, per costruire un nuovo patto con i conservatori».

Donzelli: «Difendere l’Ucraina non è solo una scelta morale: è nel nostro interesse nazionale»

Intanto resta sul tavolo il cambiamento di approccio dell’Italia in Ue: non più richiesta di approvazione, ma proposizione di «temi concreti di interesse nazionale». Lo stesso che guida anche la posizione italiana rispetto all’Ucraina. Il governo e la maggioranza, ha spiegato Donzelli, condividono le preoccupazioni per le conseguenze della guerra. «Ma l’Italia non può permettersi la vigliaccheria di voltarsi dall’altra parte. Di fronte all’invasione russa, non sarebbe solo un errore morale, ma anche geopolitico». ha spiegato, chiarendo che «l’Ucraina va difesa nel nostro interesse. Ritirare l’appoggio ci indebolirebbe nel consesso internazionale, e senza credibilità sarebbe più difficile portare avanti anche le nostre battaglie economiche».

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