Caldaie a gas, l’Ue impone lo stop a partire dal 2029. Si prospetta un’altra mazzata per le famiglie
Stop alle caldaie a gas dal 2029. E’ l’ipotesi contenuta nella bozza di revisione del regolamento 813/2013/Ue (il cosiddetto Ecodesign) che sarà discussa oggi durante un consultation forum della Commissione europea. Dall’Europa quindi sta per giungere un’altra mazzata sulle famiglie. Come scrive la Stampa, infatti, “questo passo significherebbe dopo il 2029, non poter più acquistare caldaie a gas e quindi la necessità, in un futuro non troppo lontano, anche di interventi sugli immobili. Se la norma dovesse passare così come annunciata, le nuove installazioni dovranno avvenire solo con apparecchi elettrici e la spesa sarà enorme. Servirà passare alle pompe di calore, che oggi costano quasi 6 volte di più delle caldaie in uso. Considerato il prezzo di una caldaia a gas intorno ai 2mila euro (24 kw), l’esborso salirebbe intorno ai 12mila euro per attrezzarsi con pompa di calore e relativo impianto per l’acqua calda. E la sostituzione delle caldaie sarebbe poi solo la punta dell’iceberg perché poi andrebbero adeguati tutti gli impianti di tutti gli immobili coinvolti, per un costo complessivo impossibile da stimare”.
L’obiettivo delle case green coinvolge poi anche le filiere del settore con moltissime imprese che saranno costrette a chiudere i battenti. «Se il regolamento dovesse essere approvato, lo stop alla vendita dal 2029 andrebbe a colpire intere filiere – commenta Andrea Arzà Presidente di Assogasliquidi-Federchimica – Noi rappresentiamo il mondo della distribuzione del GPL e GNL e della componentistica (sia per il riscaldamento domestico che per le auto). La nostra associazione, ben conscia degli effetti negativi dal punto di vista non solo industriale, ma anche economico e sociale per i consumatori e per il tessuto produttivo nazionale, ha espresso la propria contrarietà alle misure annunciate dalla Commissione europea insieme a Proxigas (che riunisce le imprese della filiera del gas naturale), Assotermica (produttori apparecchi e componenti per impianti termici), Federcostruzioni (costruzioni), Ance (Costruttori edili) e Applia Italia (Produttori di apparecchi domestici e attrezzature professionali)”.
L’addio alle caldaie autonome a combustibili fossili – spiega Quifinanza – avverrà a tappe. “Il primo step potrebbe avvenire tra il 2025 e il 2026, attraverso una inversione sulle agevolazioni per gli acquisti. In questo senso, i nuovi incentivi dovrebbero essere rivolti esclusivamente all’installazione di tecnologie alternative e alla sostituzione dei vecchi impianti. Una misura che dovrebbe correre parallela al declassamento delle etichette sulla performance energetica.
Secondo quanto reso noto al Sole24Ore da Assotermica, l’associazione dei produttori di apparecchi e componenti per impianti termici, la via più corretta sarebbe quella di non vietare totalmente le caldaie a gas, ma di fissare dei requisiti precisi che consentano di utilizzare ancora gli apparecchi capaci di sfruttare le fonti rinnovabili”.