Appello a sinistra “stop a La Russa”: via dall’aula quando lui presiede. Firmano Bertinotti, Cuperlo, Turco e Vendola…

22 Apr 2023 19:28 - di Vittoria Belmonte

L’appello degli intellettuali di sinistra è ormai un classico. Un po’ come i film di Nanni Moretti sulla sinistra che ha perso l’identità. Inutili i primi tanto quanto sono ripetitivi i secondi. Ma all’appello non si rinuncia. E’ uno strumento politico ever green da quelle parti: che si tratti di un terrorista che fa lo sciopero della fame o della difesa di un’unica e indiscutibile verità storica sulla Resistenza. E così ne hanno sfornato un altro, di appello, in occasione del 25 aprile “intersezionale” auspicato da Elly Schlein, che di questo aggettivo fa larghissimo e incomprensibile uso.

Questo si chiama “stoplarussa” e chiede ai senatori di lasciare l’aula quando a presiedere è Ignazio La Russa, presidente eletto secondo la Costituzione più bella del mondo e non frutto di un “golpe”. E tale “Aventino” dovrebbe durare “finché non avrà finito di svilire le nostre istituzioni repubblicane e non avrà sciolto il nodo se stare dalla parte della democrazia o della dittatura. Ovvero dell’antifascismo o del fascismo”. Eppure era un loro maestro di nome Karl Marx a dire che la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia e la seconda come farsa…

Intanto si sono fatti avanti i primi firmatari: Pietro Bartolo, Fausto Bertinotti, Maura Cossutta, Gianni Cuperlo, Valentina Cuppi, Loredana De Petris, Donatella Di Cesare, Alfonso Gianni, Marilena Grassadonia, Claudio Marotta, Moni Ovadia, Anita Pirovano, Claudia Pratelli, Lidia Ravera, Massimiliano Smeriglio, Livia Turco, Nichi Vendola, Massimo Zedda. 

L’appello sta circolando in queste ore sulle bacheche più “pasionarie” dei social. Firmate, firmate – è l’invito – per isolare colui che vuole “delegittimare” la Resistenza. E poi è raccomandata un’attenta vigilanza ai cortei del 25 aprile. Per contare le assenze del “nemico”. E poi sulle stesse bacheche scrivere: “Eh, ma non sono venuti, non rispettano il 25 aprile”. E il giorno dopo riprendere a scrivere appelli “inclusivi”, tolleranti, rispettosi dell’avversario politico…

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