“A testa alta, insieme, sempre”: il selfie di Giorgia Meloni con Arianna vale più di un discorso
«A testa alta, insieme, da sempre e per sempre»: lo scrive domenica mattina, nel giorno di San Giorgio, sulle sue pagine Facebook e Instagram il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, postando una foto che la ritrae con la sorella Arianna, vittima della vergognosa campagna di fango (contrabbandata per satira) da “Il Fatto quotidiano” nei giorni scorsi.
Un post che ha ottenuto un imponente volume di interazioni: su Facebook ha infatti registrato, dopo 2 ore, circa 43mila like, 600 condivisioni e oltre seimila commenti, tra elogi, solidarietà, auguri di onomosatico e gli immancabili haters
La reazione social di Giorgia e Arianna sulla disgustosa vignetta del Fatto
Giorgia Meloni aveva commentato con parole durissime la vignetta apparsa in prima pagina sul quotidiano diretto da Marco Travaglio: «Quella ritratta nella vignetta è Arianna. Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella. Sbattuta in prima pagina con allusioni indegne, in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna, una madre, una persona la cui vita viene usata e stracciata solo per attaccare un Governo considerato nemico.
E il silenzio assordante su una cosa del genere, da parte di quelli che dalla mattina alla sera pretendono di farci la morale, dimostra plasticamente la malafede della quale siamo circondati.
Ma se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Più sono circondata da questa ferocia, più sono convinta di dover fare bene il mio lavoro. Con amore. La cattiveria senza limiti la lasciamo agli autoproclamatisi “buoni”».
L’ultimo post di Arianna sui Social dopo la vignetta del Fatto
Subito dopo la stessa Arianna Meloni aveva risposto con un suo commento su Facebook:«Lo sanno queste persone che dietro alle loro cattiverie esistono persone? Persone con i loro problemi, le loro angosce, con i loro sentimenti, con le loro paure? Ma soprattutto con le loro famiglie, i loro amici, i colleghi di lavoro e i loro Figli? Lo sanno, ma per loro attaccare l’avversario vale anche la destabilizzazione della vita delle persone e delle loro famiglie».