Utero in affitto, le Famiglie numerose: “È una pratica incivile, il ministro Roccella ha ragione”

20 Mar 2023 14:28 - di Stefania Campitelli

La tutela dei diritti dei minori non c’entra con la pratica “incivile” della maternità surrogata. “A me sembra che, come giustamente ha affermato la ministra Eugenia Roccella, si stia cercando di spostare il dibattito dall’utero in affitto al diritto dei bambini. E tutto questo nonostante i bambini siano ampiamente protetti dalle leggi italiane. Anche nel caso di coppie omosessuali, attraverso l’adozione in casi speciali”. Nel dibattito infuocato di queste ore sull’utero in affitto, davanti  alla narrazione della sinistra e della rete lgbt sulla deriva ‘oscurantista’ della destra, scende in campo Alfredo Caltabiano, presidente nazionale di Anfn, l’associazione che dà voce alle famiglie numerose.

Utero in affitto, le famiglie numerose: è una pratica immorale e incivile

Intervistato dalla Adnkronos spiega che la questione della cosiddetta maternità surrogata (vietata in Italia) è una pratica orrenda che non c’entra nulla con la difesa dei diritti dei minori. “La nostra posizione è chiara”, spiega il ‘portavoce’ delle famiglie numerose. “Consideriamo questa pratica immorale e incivile. Infatti l’utero in affitto sfrutta la madre surrogata come mero corpo, un oggetto. Per soddisfare il desiderio di paternità di altre persone. E nega al bambino il diritto fondamentale di conoscere i propri genitori biologici e la propria eredità genetica”, incalza Caltabiano. “Il riconoscimento legale dei bambini nati attraverso la maternità surrogata, che in Italia è proibita, equivale a una violazione della legge. È come se dicessimo che il furto è un reato, ma poi riconosciamo come legittima la proprietà di un bene rubato”. Del resto perfino papa Francesco è sceso in campo più volte definendo l’utero in affitto una “pratica inumana”.  Che lede e minaccia la dignità dell’uomo e della donna (pratica “in cui le donne, quasi sempre povere, sono sfruttate, e i bambini sono trattati come merce”).

Suor Monia: basta ideologie va colmato un vuoto normativo

“Le crociate ideologiche, proprio come quelle militari, si rivelano sempre un fallimento. Non portano ad alcun risultato. E, quel che più conta, esasperano gli animi creando divisione nella società”. È il parere di suor Monia Alfieri, volto noto al pubblico televisivo e Cavaliere al Merito della Repubblica. “Non sono d’accordo sulle adozioni da parte delle coppie gay. Come sull’utero in affitto. Ma occorre che anche l’Italia si esprima sull’argomento a livello normativo. Con una trasversalità politica costruita sul dibattito serio e non divisivo”.

“Sono contraria all’adozione da parte di coppie gay”

“Occorre pensare ai figli delle coppie omosessuali. Agli ambienti educativi che li accoglieranno. Alla capacità dei docenti di creare sinergie educative”, continua Suor Monia  invitando ad abbassare i toni. E a non affrontare il tema con superficialità, per presentarsi come “paladini di un diritto per riscuotere il plauso e il consenso elettorale”. Insomma basta guerriglie ideologiche e linguaggi sopra le righe. “E poi non è corretto continuare ad alimentare polemiche fuori dalle sedi opportune. Facebook non può e non deve sostituire il dibattito faccia a faccia in Parlamento. O nelle altre sedi deputate al confronto politico”.

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