Truffano coppia di anziani fingendosi avvocati del figlio, la pausa caffè li tradisce: arrestati
VITERBO (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Viterbo ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Viterbo, nei confronti di due 34enni cittadini italiani, responsabili dei reati di truffa aggravata e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.
All’inizio dello scorso mese di febbraio, a Viterbo, due anziani coniugi hanno ricevuto una telefonata da parte di un sedicente avvocato il quale riferiva di assistere il loro figlio in stato di fermo presso una caserma dei carabinieri a causa di gravi problemi legati all’assicurazione della sua autovettura e di avere bisogno di 4.900 euro per una rapida risoluzione della pratica. La richiesta veniva rafforzata da una ulteriore chiamata da parte di un sedicente maresciallo dell’Arma che confermava tutta la faccenda. La coppia di anziani viterbesi, ignara della truffa che stava per subire, affermava di non disporre al momento di tale cifra in contanti e, per tutta risposta, i truffatori invitavano le vittime a consegnare tutto quello che avevano a disposizione ad una persona che sarebbe giunta di lì a poco. Effettivamente ricevevano la visita di un messo del sedicente avvocato al quale consegnavano diversi monili di valore e circa 200 euro in contanti. La donna veniva poi inviata a prelevare 500 euro allo sportello bancomat vicino casa e, infine, a consegnare la tessera con relativo pin con la quale venivano introitati ulteriori 250 euro. Dopo la denuncia effettuata in Questura, gli investigatori della Squadra Mobile sono riusciti, grazie all’ausilio delle telecamere presenti in zona, a individuare due soggetti nell’atto di seguire la signora nonché l’autovettura utilizzata dagli stessi. In particolare si notava il secondo uomo, prima di salire a bordo, uscire dal bar di una piazza del centro cittadino e la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza interno del locale consentiva di identificarne il volto. A seguito di ulteriori accertamenti e riscontri la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo, che coordina le indagini, ha chiesto l’emissione della misura cautelare, eseguita dai poliziotti della Squadra Mobile viterbese insieme ai colleghi di quella partenopea. (ITALPRESS)