Spagna, agente infiltrato seduce militanti anarchiche. Ora loro denunciano: “Stupro istituzionalizzato”
Hanno conosciuto un uomo su una chat di incontri, ci sono uscite, hanno instaurato una relazione e poi hanno scoperto che lui non era quello che diceva di essere. Raccontata così la storia, che si è verificata in Spagna, sembra piuttosto banale: un ordinario caso di uomo disposto a tutto per rimorchiare e di donne che si ritrovano ingannate. Senonché lui era un agente della Policía Nacional infiltrato negli ambienti anarchici e loro militanti di quella galassia, che per questa circostanza ora lamentano di aver subito una violenza di Stato. E la vicenda è diventata un affare politico.
La storia dell’agente infiltrato tra gli anarchici
A rilanciare la vicenda in Italia è oggi Repubblica, che racconta di come Dani, l’agente, sia arrivato a Barcellona nel 2020 presentandosi come installatore di impianti di areazione, iniziando a frequentare il centro sociale occupato Cinètika e poi instaurando relazioni con otto militanti, alcune delle quali contattate su una App di incontri e scelte, riferisce l’articolo, in base alle posizioni politiche dichiarate nella biografia, per introdursi in quegli ambienti. Due anni dopo Dani ha preso il volo, raccontando di doversi trasferire in Danimarca.
I movimenti contro la «sporca lotta» dello Stato condotta sul corpo delle donne
Successivamente La Directa, una testata di «giornalismo cooperativo per la trasformazione sociale», ha scoperto la vera identità di Dani, dando il via a una serie di eventi a catena che hanno portato il caso delle donne ingannate fino in Parlamento. I blog anarchici accusano lo Stato di aver condotto «una sporca lotta» contro i movimenti antagonisti, in particolare quelli indipendentisti della Catalogna, arrivando a sfruttare il corpo delle donne. Cinque delle otto ragazze si sono rivolte a un centro per i diritti umani, l’Irida, e a un sindacato, il Cgt, formalizzando una denuncia per abuso, delitto contro l’integrità morale, rivelazione di segreti e privazione dell’esercizio dei diritti fondamentali.
Le avvocatesse che difendono le donne parlano di «violenza sessuale istituzionalizzata»
Le avvocatesse che difendono le donne parlano di «violenza sessuale istituzionalizzata», poiché le loro assistite non avrebbero mai acconsentito a una relazione con Dani se ne avessero conosciuto la vera identità: «La nostra denuncia – hanno detto – non ha avuto ancora esito, né risposte da parte del governo. Abbiamo fiducia e aspettiamo». Dalla loro parte le donne hanno trovato oltre 80 associazioni spagnole e internazionali.
La vicenda dell’agente infiltrato diventa un caso politico in Spagna
Sul caso sono intervenuti anche il socialista ministro dell’Interno della Catalogna, Joan Ignasi Elena; il sindaco di Barcellona Ada Colau, espressione del movimentismo di sinistra; il ministro dell’Interno nazionale Fernando Grande- Marlaska del Partito socialista operaio spagnolo. In Parlamento la vicenda è arrivata tramite il deputato Gabriel Rufián, portavoce di Esquerra Republicana, la Sinistra repubblicana catalana, recriminando sul fatto che per la legge gli agenti infiltrati sono ammissibili solo in casi di «terrorismo, sequestro, vendita di esplosivi e di materiale nucleare, prostituzione e traffico di droga».
Il precedente nel Regno Unito
Repubblica ricorda anche che il caso spagnolo non è unico nel suo genere, riferendo di un precedente simile avvenuto nel Regno Unito, «dove un’ambientalista ha ottenuto nel 2022 un risarcimento dalla polizia di 230mila sterline per violazione dei suoi diritti umani dopo aver scoperto che un suo ex fidanzato era un agente sotto copertura incaricato di spiarla».