Putin ammette per la prima volta i danni delle sanzioni. Von der Leyen: “Ora per lo zar il mondo è più piccolo”

29 Mar 2023 20:05 - di Redazione
Putin

«Nel medio termine le sanzioni contro la Russia potranno avere un impatto negativo». Parole che pesano come pietre, quelle di Putin, che per la prima volta ammette i danni economici delle restrizioni attuate contro Mosca dopo l’invasione in Ucraina. Il presidente russo, parlando durante una riunione di governo, nel corso della quale ha comunque rivendicato che «l’economia russa ha mostrato una dinamica positiva a partire dallo scorso luglio….». Pur sottolineando che «il ritorno al percorso di crescita non deve rilassarci. È necessario sostenere e rafforzare le tendenze positive della nostra economia. Migliorarne l’efficienza. Garantire la sovranità tecnologica, umana e finanziaria. E le azioni devono essere rapide allo stesso tempo, senza eccessi di burocrazia, poiché le restrizioni illegittime introdotte contro la nostra economia possono effettivamente influenzarla negativamente nel medio termine».

Putin riconosce per la prima volta il peso delle sanzioni sulla Russia

Parole che segnano il passo. Una confessione, quella del leader del Cremlino, che fa sembrare lontani i consueti toni muscolari dello “Zar”. Parole che la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha messo in evidenza nella mini-plenaria di oggi a Bruxelles sottolineando il «passo senza precedenti» compiuto dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja, emettendo un mandato di cattura nei confronti del presidente russo. Ora, ha ricordato la presidente, «il mondo è più piccolo per Putin». Il quale rischia di essere arrestato in più di 120 Paesi. In un dibattito nella mini-plenaria del Parlamento Europeo incentrato sui risultati dell’ultimo Consiglio Europeo, la numero uno dell’esecutivo Ue ha plaudito al mandato d’arresto del tribunale dell’Aia, dopo aver denunciato i crimini di guerra russi in Ucraina.

Non solo sanzioni, Ursula von der Leyen: «Ora per Putin il mondo è più piccolo»

«È un passo senza precedenti», ha ribadito nel corso del suo intervento la von der Leyen. «La decisione ha reso il mondo molto più piccolo per Putin. Se viaggia in uno dei 123 Paesi che cooperano con la Corte Penale Internazionale, rischia di essere arrestato». La cristiano-democratica tedesca ha insistito sul fatto che ora il presidente russo avrà problemi a viaggiare in Africa. O in Asia, Europa o Sudamerica. «Per lui rappresenterà un rischio incalcolabile», ha notato, dopo aver fatto riferimento al rapimento di 16mila bambini ucraini per mano delle autorità russe. Oltre che alla necessità di punire questi crimini di guerra. «Sono stati derubati della loro patria e del loro ambiente familiare. E, se non agiamo, saranno derubati anche del loro futuro», ha detto ancora la von der Leyen.

Dopo il mandato di cattura spiccato dalla Corte penale dell’Aja Putin avrà problemi a viaggiare…

Non solo. Nel suo intervento, la presidente ha sottolineato l’importanza dell’accordo raggiunto tra i Ventisette per effettuare acquisti congiunti di munizioni e missili. Acquisti per un valore di 2 mld di euro – attraverso la European Peace Facility – da inviare all’Ucraina. Von der Leyen ha rimarcato che il fabbisogno di munizioni degli eserciti europei e da inviare a Kiev renderà necessario espandere la capacità produttiva dell’industria europea degli armamenti. Rafforzare le catene di approvvigionamento. E redistribuire i centri di produzione esistenti. «Abbiamo detto che avremmo sostenuto l’Ucraina a tutti i costi. E l’Europa mantiene le sue promesse», ha affermato la presidente.

Il piano di acquisti congiunti e la consegna di più armi e munizioni a Zelensky: il programma dei 27

Sulla stessa linea il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. Il quale ha ricordato che all’appello del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, per la consegna di più armi e munizioni, si è immediatamente risposto con il piano di acquisti congiunti. Michel ha apprezzato l’agilità dei Ventisette nell’adottare il programma, appena sei settimane dopo che l’Estonia lo ha proposto. «Questa iniziativa è un passo importante verso un’autentica difesa europea», ha concluso Michel. Parole, queste, che non alleggeriranno di certo il peso sulle spalle di Putin.

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