Piano casa, Giordano svela la chat della vergogna tra l’assessore e il capo degli abusivi a Roma. Lui querela
Puntata scoppiettante quella di Fuori dal coro di martedì sera. Mario Giordano ha mandato in onda un servizio sulle case occupate a Roma, un business con occupazioni programmate a tavolino rispetto al quale il Comune di Roma appare inerte e indifferente. Ma non solo, Giordano ha mostrato ai telespettatori una chat fra Andrea Tobia Zevi (assessore alle politiche abitative del Comune di Roma), Yuri Trombetti (presidente e consigliere comunale della commissione alle politiche abitative del comune di Roma) e Luca Fagiano, storico attivista del movimento per la casa. Quest’ultimo sottoposto a misura di sorveglianza speciale.
Bene, a costui l’assessore Zevi ha inviato il Piano case del Comune. Fagiani lo critica: «Il piano è lontano anni luce da quello che ci aspettavamo. Così non va proprio». Yuri Trombetti lo rassicura: «Lo modificheremo». E Fagiani intima: «Deve essere modificato, altrimenti la relazione con la giunta si incrina». Ciò che emerge dalla chat mostrata è che la giunta di Roma ritiene il capo degli abusivi un interlocutore al quale non si può dire di no.
“Nell’ultimo anno e mezzo – sottolinea oggi Libero – il Comune di Roma ha assegnato solo 127 case popolari con la graduatoria, mentre ne sono state date circa 300 senza attese a chi occupava abusivamente alloggi. Come nel caso di un ex Hotel che si trova in via Prenestina, occupato da tanti anni e che fa parte di una delle tante occupazioni organizzate dai movimenti di “Lotta per la casa”.
In attesa che il sindaco Roberto Gualtieri dica qualcosa su questa vicenda si fa vivo, su facebook, proprio l’assessore Zevi che annuncia querele. “Mario Giordano – scrive Zevi – ha lanciato una presunta “esclusiva” mostrando uno scambio di messaggi a mia firma in una chat su WhatsApp. Questa sera durante la trasmissione Fuori dal Coro si è passati dal lancio al servizio completo. Peccato che la chat sia manipolata, con tagli e omissioni che chiaramente compromettono il senso. Intendiamoci, non ho nessun problema a dibattere politicamente sulle scelte che faccio e che ho fatto, ma non sono disposto a passare sopra a scorrettezze. Avendo intuito che Giordano aveva informazioni inesatte, oppure che fosse interessato a mestare nel torbido, oggi pomeriggio gli ho telefonato e scritto via SMS. L’ho fatto civilmente per tentare di spiegargli che stava prendendo un abbaglio. Non mi ha risposto né richiamato, evidentemente geloso custode del suo “scoop”, e non della verità. A tutela dell’onorabilità mia e degli altri interlocutori della chat (20, rappresentanti dei sindacati, consiglieri comunali e esponenti delle associazioni) domani andrò a sporgere denuncia querela nei confronti di Giordano e della redazione di Fuori dal Coro”.
Ora, se Giordano fosse un giornalista di sinistra, si griderebbe al bavaglio, all’intimidazione, alla volontà di manipolare l’informazione. Invece non accadrà nulla di tutto questo, mentre i romani attendono chiarimenti su una vicenda in cui il Campidoglio non fa certo una bella figura. Zevi spieghi dunque per quale ragione chi occupa case abusivamente diventa interlocutore politico della giunta, perché ciò è in ogni caso inaccettabile.