Moccia e la tesi su stesso, lo scrittore replica ai veleni social e raddoppia: “Io criticato come Jack London”
“Due visioni comparate dell’amore: Jack London e Federico Moccia, differenze e affinità di stile, visione e ispirazione attraverso il tempo”. È il titolo della tesi di Federico Moccia, scrittore famoso per il successo editoriale di Tre metri sopra il cielo del 1992, che si è laureato in Lettere all’età di 59 anni con una tesi su sé stesso, scatenando l’ironia dei social. Sia per la tesi autoreferenziale. Sia per l’ambizioso paragone proposto sin dal titolo, con un autore del calibro di Jack London.
Moccia, dopo la Laurea risponde alle critiche e all’ironia dei social
Polemiche e sarcasmo hanno inondato l’autore romano, al punto da indurlo a una rettifica chiarificatrice. Una “errata corrige” con cui lo scrittore neo-laureato in Lettere ha sentito la necessità di chiarire spunti a approccio della sua tesi e, contestualmente, replicare all’ironia social. «Non mi sono paragonato a Jack London. Ho voluto fare un confronto tra un modo diverso di raccontare l’amore», sottolinea allora all’Adnkronos Federico Moccia. Quindi prosegue: «I due protagonisti, Martin Eden come Stefano Mancini, sono cambiati per amore di una donna. Mi dispiace che molte persone possano criticare senza aver letto la ricerca che ho fatto».
Un paragone azzardato con Jack London?
Non solo. Soffermandosi sul fatto che, dopo l’annuncio dello stesso Moccia sui social, oltre ai complimenti per il risultato, il 59enne scrittore romano è stato raggiunto da una valanga di post ironici e dissacranti su quello che stato interpretato come un paragone azzardato, Moccia ha scelto di replicare anche raccontando un aneddoto. Un episodio precedente a studi universitari e corso di laurea in Lettere, ma a sua detta tuttora molto significativo.
La replica di Moccia: «Non potrei mai fare una critica senza sapere di cosa sto parlando»
Così, sempre all’Adnkronos, lo scrittore racconta: «Una volta sono entrato in una farmacia per comprare delle aspirine e la commessa mi ha detto: “Lei è Moccia? Non mi sono piaciuti i suoi libri”. Allora per curiosità le ho domandato: “Ma quale in particolare non le è piaciuto?”. E lei mi ha risposto… “No, no, non li ho letti…”. Ecco, ho sorriso… Ma io non potrei mai fare una critica senza sapere di cosa sto parlando».
Eppure la tentazione di fare paragoni…
E ancora. «Non si deve smettere mai di studiare. Ho voluto ringraziare Jack London e tutti gli insegnanti che mi hanno fatto amare leggere e scrivere». E a stretto giro, in barba ai paragoni azzardati, incalza: «Nella tesi spiego come anche Jack London fu criticato mentre non faceva altro che raccontare la sua vita. Lo stesso accadde a me quando ho scritto Tre metri sopra il cielo. Le case editrici lo hanno rifiutato, lo ritenevano eccessivo. Eppure era la mia vita. L’ho pubblicato di tasca mia ed è diventato nel tempo un successo incredibile, tanto da essere pubblicato quest’anno in America!», spiega l’autore. Che poi conclude con un monito: «La tesi è un invito a tutti a credere in se stessi». Sempre che se ne abbia bisogno…