Meloni alla Camera: “Pur di attaccare il governo c’è chi calunnia i servitori dello Stato”
Cosa è cambiato nell’indirizzo politico del governo di centrodestra sui salvataggi? Nulla. Il premier Giorgia Meloni, in diretta televisiva, ha risposto alla Camera al question time del deputato di + Europa Riccardo Magi a proposito dell’ultimo naufragio, della scorsa domenica, al largo delle coste libiche.
Meloni alla Camera: la nostra coscienza è a posto
“La nostra coscienza è a posto. Spero che chi attacca il governo ma non spende una parola contro la mafia degli scafisti possa dire lo stesso”. Questa la conclusione dell’intervento del premier tra gli applausi dell’Aula di Montecitorio, con i banchi del governo al completo. Meloni, con accanto i ministri Salvini e Tajani, ha ripercorso meticolosamente la dinamica del salvataggio al largo della Libia. Che non ha impedito, purtroppo, la morte in mare dei migranti.
Siamo entrati in acque non di nostra competenza
“Il tragico evento del naufragio di una barca affondata che ha portato alla morte di 30 dei 47 migranti a bordo, si è svolto in area Sar di responsabilità della Libia”, ha puntualizzato. “Ed è stato inizialmente coordinato dalle autorità libiche. L’Italia ha assunto il coordinamento delle operazione una volta ricevuta la comunicazione dell’impossibilità da parte delle autorità libiche di impiegare mezzi e su esplicita richiesta delle stesse”. L’Italia – ha detto ancora alla Camera, presidente di turno di Fabio Rampelli – è intervenuta in acque che non erano di sua competenza”.
L’Italia ha preso il comando dopo il no della Libia
Poi ha citato testualmente le parole del capitano Gianluca D’Agostino della Guardia costiera. Che testimoniano l’intervento immediato dell’Italia attraverso mezzi mercantili, che in passato hanno saltato 100mila migranti, come dovrebbero ben sapere le sinistre che erano al governo. “Da un punto di vista tecnico – ha spiegato D’Agostino – si può entrare nell’area Sar libica. Ma da un punto di vista operativo è diverso. Quando abbiamo capito che la guardia costiera libica abbiamo assunto il coordinamento anchhe se era di competenza di Malta”.
Le navi della Guardia costiera occupate altrove
Le navi della Guardia costiera erano impiegate in altri soccorsi e sarebbero sopraggiunte dopo 20 ore. “L’unità più vicina – ha riferito ancora il capitano D’Agostino – era a circa 255 miglia ed era occupato in altre attività operative. Per questo abbiamo utilizzato navi mercantili. Che hanno già soccorso persone in questo scenario. Come dovrebbe sapere chi era al governo all’epoca”.
Per fini politici si calunniano i servitori dello Stato
“È molto chiara la regione delle polemiche”, ha osservato Meloni. Che si è detta stupita che “per fini politici si finisca per mettere in discussione l’onore e l’operato di persone che rischiano la vita tutti i giorni per salvare vite umane e l’onore dell’Italia. Che da sola affronta questo dramma offrendo strumento a chi vuole continuare a scaricare tutto su di noi, invece che assumersi le proprie responsabilità”.
“Dobbiamo prevenire i trafficanti e investire sulle rotte legali”
Nessun cambio di rotta in tema di soccorsi in mare da parte del nuovo governo. “Dobbiamo prevenire i trafficanti e investire sulle rotte legali. La nostra coscienza è a posto”, ha concluso perentoria Meloni. “Spero che chi attacca il governo e non dice nulla sugli scafisti possa dire lo stesso”.