L’alleanza “Cinqueschlein” è fondata sulle chiacchiere: appena si parlerà di guerra salterà tutto….

20 Mar 2023 13:41 - di Mario Campanella

Se c’è da scappare come Rambo, con il giubbotto di pelle, per bloccare chi imbratta Palazzo Vecchio si è pronti. Altrettanto per sfilare in piazza a favore delle famiglie gay. Insomma, sul niente non ce n’è per nessuno. La sinistra di Schlein e Nardella sembra il Napoli dì Spalletti quando deve passare la palla per conquistarsi un posto nel trono della demagogia. Ma il paragone finisce qui, perché a differenza dello squadrone azzurro, Il PD e i cinquestelle non concludono una cippa. Dice bene Francesco Merlo sul Foglio quando tratteggia la linea del neo segretario nazionale del Partito democratico: infinite domande, nessuna risposta.

Chiede l”adozione dei figli per le coppie omosessuali ( dopo undici anni di governi letargici con il suo partito) ma non profferisce parola sul termovalorizzatore di Roma o sul rigassificatore di Piombino. Si prepara a consumare lo strappo, inevitabile, con i cinquestelle sulla guerra in Ucraina ( dove continuerà a votare le risoluzioni NATO dopo avere fatto intendere altro alle referendarie) e prepara un’improbabile risoluzione in cui chiede che l’Unione Europea si faccia promotrice di un’azione di pace . Una specie di doppio forno all’emiliana che però ha i giorni contati.

Dietro il sorriso da Fonzie e gli occhiali scuri sulla testa, Elly Schlein si candida ad essere tutt’altra cosa rispetto alla narrazione che ha entusiasmato gli attivisti dopo la sua elezione: una nuova versione femminile di Arnaldo Forlani. Come il memorabile coniglio mannaro marchigiano rischia di passare alla storia per non sapere decidere su nulla. Dell’allora segretario nazionale DC, Gianpaolo Pansa ebbe a dire che avrebbe titubato persino sull’ipotetica domanda se era più buona la pasta e fagioli o la pasta e patate. Di fatto, però, dopodomani in Parlamento si consumerà uno strappo inevitabile e doloroso tra il raggruppamento “Cinqueschlein”. E lo si farà non sulla solfa dell’antifascismo o della pace universale, sulla esegesi della lettera della preside fiorentina, ma sulla politica estera.

Quindi, dietro le comuni adunate sui diritti civili emergerà la polpa dell’inconsistenza su un tema divenuto imprescindibile per qualsiasi, ipotetica coalizione. Se non la si pensa allo stesso modo rispetto a ciò che si deve fare a Kiev, è improponibile qualsiasi offerta governativa futura. Se ne sta accorgendo anche la stampa progressista che capisce che la luna di miele è finita dopo tre settimane. E così, altro che Napoli di Spalletti, all’orizzonte si profila un’altra stagione di fratture con lo spettro della retrocessione. Perché Schlein deve fare una scelta: o sposa integralmente l’opzione grillina e si separa dal Pse , oppure rinsavisce su posizioni più riformiste. Comunque vada, quindi, sarà un successo. Per la destra

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